Le conseguenze della nuova fase di contrasto al Coronavirus
Alle amministrazioni pubbliche devono continuare ad essere applicate le disposizioni dettate dal d.l. n. 18/2020, a partire da quanto stabilito dall’articolo 87, e più in generale dalle norme sulla emergenza da epidemia da Covid-19. Di conseguenza, a partire da lunedì 4 maggio non si è entrati in una fase 2 nel pubblico impiego, con particolare riferimento al rientro dei dipendenti pubblici negli uffici. Sono le singole amministrazioni che possono, anche in considerazione dell’allentamento dei vincoli contenuti nel D.P.C.M. dello scorso 26 aprile, assumere delle iniziative per la propria organizzazione interna e per la utilizzazione dei propri dipendenti. Se le disposizioni non cambiano, invece, dal 16 maggio -cioè dalla scadenza del termine di sospensione dei procedimenti amministrativi- le attività delle PA dovrebbero essere significativamente incrementate.
Continuano ad essere pienamente in vigore le disposizioni per quali nel pubblico impiego il lavoro agile continua a restare la forma ordinaria di svolgimento delle prestazioni lavorative: questa previsione si applica attualmente fino alla scadenza del termine della emergenza sanitaria, quindi ad oggi fino al 31 luglio. Sulla base di questa previsione sappiamo che la presenza presso gli uffici o le sedi in cui l’attività viene ordinariamente svolta, deve essere garantita solamente dai dipendenti…
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento