Pubblico impiego: mansioni superiori

Un dipendente ritiene di aver svolto mansioni superiori a quelle di inquadramento nell’ambito di un rapporto di impiego pubblico: il caso analizzato dalla Corte di Cassazione

17 Marzo 2021
Modifica zoom
100%
Una dipendente ritiene di aver svolto mansioni superiori a quelle di inquadramento nell’ambito di un rapporto di impiego pubblico. Nei primi due gradi di giurisdizione non trova giustizia e ricorre in Cassazione. Sentenza della Cassazione Civile, Sez. Lavoro, 2 febbraio 2021, n. 2275.

Massima

Nell’ambito del pubblico impiego contrattualizzato, l’accertamento dello svolgimento di mansioni superiori deve essere operato avuto riguardo all’atto di macro-organizzazione, di portata generale, con il quale l’amministrazione ha adattato alla propria struttura i profili professionali previsti dalla contrattazione collettiva, individuando i posti della pianta organica, dovendo escludersi che a tale compito possa provvedere il giudice, cui è devoluto il sindacato dei soli atti di organizzazione esecutiva, assunti con la capacità ed i poteri del datore di lavoro privato.

Fatto

Con sentenza n. 1262/2015 la Corte di appello di Catania ha confermato la pronuncia del Tribunale di Catania che aveva rigettato la domanda proposta da una dipendente pubblico nei confronti del Consorzio per le Autostrade Siciliane, diretta al riconoscimento della superiore qualifica B1 dal 1.1.2003, con conseguente condanna del Consorzio al pagamento delle differenze retributive tra il livello C di inquadramento e quello rivendicato. La dipendente aveva dedotto di essere stata assegnata alle funzioni di Operatore “Punto Blu” di Catania, dove si era occupata di pratiche amministrative relative alla stipula dei contratti Telepass, ma il Consorzio non aveva proceduto al formale inquadramento in uno dei n. 20 posti previsti nella Pianta Organica del relativo servizio.

>> CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO INTEGRALE QUI.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento