“Per cogliere appieno l’opportunità del Recovery Plan – spiega Bianchi – il Sud dovrà raddoppiare la spesa in conto capitale. Una sfida enorme, alla quale arriviamo stanchi dell’indebolimento subito negli ultimi dieci anni, specie per quanto concerne il capitale sociale degli Enti locali. Una PA più debole, a cui è però richiesto un impegno maggiore. Per riuscire a ottenere ciò, la digitalizzazione sarà imprescindibile, anche per sopperire al divario storico e di competenza tra gli uffici”.
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“Purtroppo – prosegue il presidente IFEL Campania -, il digital divide che asfissia le Regioni del Mezzogiorno rischia di essere un ostacolo insuperabile. Le soluzioni al riguardo sono più di una: oltre al digitale, occorre infatti assicurare il potenziamento degli uffici. Non è solo un problema di indici: il 13 per cento dei Comuni, ad esempio, non offre più di cento megabyte al secondo, oltre alla mancanza di organizzazione e di servizi; non c’è riforma, inoltre, senza analisi dei fabbisogni e investimento specifico. Le imprese del Sud sono peraltro meno digitalizzate rispetto a quelle del Centro Nord; anche se il Mezzogiorno otterrà il 40% del Recovery, saremo in grado di concretizzare queste risorse solo riuscendo ad accompagnare i Comuni nel percorso di ideazione e realizzazione dei progetti. Il rischio tangibile è che le Amministrazioni locali del Nord, avendo maggiore capacità progettuale, ricevano più somme. Il supporto tecnico, al Sud, è condizione irrinunciabile”.
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