Ai dipendenti Pa regali da 100 euro

Anticorruzione. Arriva con un Dpr il codice di comportamento: se l’impiegato statale riceve omaggi o utilità oltre il «modico valore» rischia il licenziamento

Marcello Serra 24 Gennaio 2013
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Nessun regalo o sconto che superi i 100 euro, che però potrebbero essere anche meno o salire (nelle amministrazioni che ne avranno il coraggio) fino a 150. Ma non un cent di più. Come il possesso della «modica quantità» per un consumatore di hashish, anche i regali e gli sconti ai dipendenti pubblici avranno presto una precisa tariffa: il «modico valore». Superato il quale, se c’è interesse in atti d’ufficio, per impiegati e dirigenti infedeli scatterà il licenziamento con preavviso. E attenzione: «Regali e altre utilità» sopra soglia non si potranno ricevere dai sottoposti né offrire al capo. Lotta alla corruzione, atto secondo. Dopo le regole per i politici ecco il decalogo per la pubblica amministrazione. Proprio in omaggio alla legge (190/2012) di novembre, arriva un «Codice di comportamento dei dipendenti pubblici» anti-corruzione nuovo di zecca che detta gli obblighi di «diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta» che dovrà ispirare, dentro e fuori l’ufficio, i 3,3 milioni di dipendenti della Pa. Lo schema di Dpr (per il testo si veda www.24oresanita.com), oggi al l’esame della Conferenza Governo-autonomie, irrobustisce il «Codice» del contratto 2006-2009 e quello del 2001. Entrando a piedi uniti contro comportamenti potenzialmente corruttivi: dal conflitto d’interessi all’insider ai rapporti coi privati. Passando per il dovere di non parlare male del proprio ufficio. Che per i dirigenti diventa l’obbligo di difenderne pubblicamente l’immagine. Fosse sempre possibile. Le regole su «regali, compensi e altre utilità» occupano uno dei primissimi articoli del Dpr. Il principio: mai chiedere né accettare regali «salvo quelli di modico valore» e solo se «effettuati occasionalmente nell’ambito delle normali relazioni di cortesia». Va da sé che nessun omaggio, di qualsiasi valore, potrà essere chiesto come corrispettivo di un’attività d’ufficio. E che non potranno essere accettati regali non «modici» dai sottoposti né offerti ai capi, «né ai suoi parenti o conviventi». Chi poi riceva comunque il regalo proibito, deve subito restituirlo. Ma quant’è il «modico valore»? Finora non ci si era mai avventurati su questa strada. Il «Codice» tenta di farlo chiarendo a suo modo che siano regali, utilità o sconti per acquisti arriva «in via orientativa, a euro 100». Ma attenzione: i piani di prevenzione anti-corruzione potranno modulare la cifra: per ridurla e anche per aumentarla fino a «un importo massimo non superiore a euro 150». Ma non basta: fatte salve le responsabilità già perseguibili di tipo civile, amministrativo e contabile, ricevere regali fuori ordinanza potrà portare fino al licenziamento con preavviso se si dimostra la «correlazione» con il compimento di atti d’ufficio o nel caso di recidiva. Il buon dipendente pubblico non potrà poi fare l’insider: usare, cioè, a fini privati le informazioni di cui dispone per lavoro. E dovrà comunicare qualsiasi conflitto d’interesse per i rapporti avuti negli ultimi tre anni con soggetti privati: il precedente «Codice» però scendeva indietro di 5 anni e fino ai parenti di quarto grado, mentre ora si ferma al secondo grado. Riservatezza, oculatezza nell’uso delle risorse, del materiale e dei mezzi della Pa (auto e telefono d’ufficio off limit da usi personali, se non per «urgenze»), cortesia col pubblico, rispetto delle pratiche senza favoritismi, nessun razzismo, silenzio con la stampa: il travet fuori «Codice» perderà qualsiasi premio ancora possibile. Mentre per i dirigenti, per i quali è confermato il dovere di comunicare in anticipo il possesso (fino ai parenti di secondo grado) di azioni e interessi finanziari in potenziale conflitto d’interessi col nuovo ruolo, scatta un altro obbligo di trasparenza: rendere nota la propria situazione patrimoniale e tributaria. Prima poteva avvenire solo su «motivata richiesta», ora diventa un obbligo. Chissà.

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