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Trasparenza All’esame del governo oggi il decreto legislativo sulle retribuzioni e sulle situazioni patrimoniali Diffusione obbligatoria delle dichiarazioni dei vertici delle società di Stato Provvedimento Il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, presenta oggi il decreto sulla trasparenza Nuova formazione Arrivano anche le norme sul reclutamento e la formazione dei dirigenti statali

Marcello Serra 22 Gennaio 2013
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Arriva oggi in Consiglio dei ministri uno dei decreti legislativi che attuano la Legge anticorruzione, che punta a realizzare il principio di trasparenza intesa come «accessibilità totale delle informazioni su ogni aspetto dell’organizzazione e dell’attività amministrativa».

Il Consiglio dei ministri, convocato oggi alle 16.30, reca queste norme al primo punto dell’ordine del giorno.
Certo, si tratta di un esame preliminare, dunque è possibile che il varo del provvedimento presentato dal ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, non avvenga oggi stesso.

Di certo le norme sono delicate e andranno discusse nel dettaglio: tra le novità più importanti introdotte dal provvedimento, c’è l’obbligo di pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi e della situazione patrimoniale dei dirigenti pubblici, che viene esteso ai vertici degli enti pubblici nazionali e delle società partecipate e ai titolari degli incarichi dirigenziali di amministrazione e gestione, e ai titolari degli uffici di diretta collaborazione.

Sempre in materia di trasparenza e anticorruzione, il Consiglio dei ministri esaminerà anche il decreto legislativo sull’obbligo di collocare fuori ruolo magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari e avvocati e procuratori dello Stato a fronte di ulteriori incarichi.
È inoltre previsto l’esame preliminare di due regolamenti che attuano l’articolo 11 della legge di spending review (135/2012), sempre in materia di pubblica amministrazione.
Il primo riguarda le norme sui corsi-concorso per funzionari e dirigenti pubblici e sulla Scuola nazionale dell’amministrazione.
Il secondo, il riordino del sistema di reclutamento e formazione dei dipendenti pubblici e delle Scuole pubbliche di formazione.

Quest’ultima normativa conferisce un nuovo assetto alla Scuola superiore della pubblica amministrazione, rinominata Scuola nazionale dell’amministrazione (Sna) che sarà al centro del sistema delle scuole pubbliche di formazione composto da: l’Istituto diplomatico «Mario Toscano», la Scuola superiore dell’economia e delle finanze, la Scuola superiore dell’amministrazione dell’interno (Ssai), la Scuola di formazione e perfezionamento del personale civile della difesa e la Scuola superiore di statistica e di analisi sociali ed economiche.
Le amministrazioni e gli enti pubblici dovranno rivolgersi per la formazione del proprio personale esclusivamente alle strutture del sistema unico.
Il Dipartimento della funzione pubblica elaborerà ogni anno, sulla base delle proposte delle amministrazioni, il «Piano di reclutamento dei dipendenti pubblici», che verrà approvato dal Consiglio dei ministri.
Il piano stabilirà il numero (non inferiore al 50% dei posti disponibili) e la tipologia dei posti da destinare al reclutamento di dirigenti e funzionari tramite corso-concorso selettivo bandito dalla Sna e dalle altre scuole del sistema unico.

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