A tanto ammontano gli “arretrati” che vanno restituiti ai lavoratori per effetto di una sentenza della Consulta.
LA CORTE Costituzionale ha giudicato illegittima la trattenuta del 2,5 per cento sul tfr imposta dall’ex ministro Brunetta dal 1° gennaio 2011 ai dipendenti pubblici: soldi che venivano prelevati dalla busta paga e girati a Inps o Inpdap.
Dal mese di novembre queste somme tornano dunque nello stipendio ma questa non sarà la sola novità: i lavoratori hanno diritto anche ad incassare le cifre trattenute finora e già si apre la discussione su quale dovrà essere l’ente che le erogherà.
«Con la situazione che abbiamo non potrà certo essere Palazzo Vecchio a risolvere la questione», avverte l’assessore al personale Titta Meucci.
Secondo i calcoli fatti ieri dai suoi uffici ai 4.700 dipendenti comunali venivano prelevati complessivamente 150mila euro al mese (mediamente 30 euro al mese a testa), il che significa che adesso gli arretrati in totale oscillano tra i 4 e i 5 milioni di euro.
«Impensabile che noi, come ogni altro Comune, disponiamo di cifre simili», spiega Meucci.
«Stiamo facendo un approfondimento del testo della sentenza ma la nostra intenzione è di allinearci a quanto deciderà l’Anci nazionale, visto che la questione è nazionale».
La Cgil fiorentina, in ogni caso, ha già scritto a tutte le amministrazioni chiedendo di adeguare le buste paga da novembre.
In Toscana la decisione della Consulta coinvolge centomila lavoratori del settore pubblico oltre a 50 mila dipendenti scolastici e almeno altre 20.000 persone impiegate nelle forze armate.
Antonio Lazzaro, segretario regionale della Funzione pubblica della Cgil, teme che possano nascere problemi per l’incerta interpretazione della sentenza: «Non è chiaro se la restituzione degli arretrati debba essere fatta al dipendente direttamente da Inps e Inpdap oppure dal datore di lavoro che però li ha prelevati per versarli agli enti previdenzialie quindi non ne dispone più.
Edè anche complicato trovare le risorse, i Comuni non hanno più soldi».
La Regione sembra aver già deciso per proprio conto quale interpretazione dare della sentenza.
«Non spetta a noi restituire gli arretrati», dice la vicepresidente della giunta Stella Targetti.
Per i 2.800 dipendenti di giunta e consiglio la somma dovuta supera il milione e mezzo di euro.
«Noi abbiamo agito come sostituto d’imposta, nel senso che abbiamo detratto il 2,5 per cento del tfr per darlo all’Inps o all’Inpdap ma non ce lo siamo messo in tasca.
Sta invece nelle casse degli enti a cui lo abbiamo versato».
L’Avvocatura regionaleè già al lavoroe cercherà prima di tutto di stabilire se la sentenza riguardi o no la Regione, cosa che non è chiarissima a quanto pare.
«La Corte parla di dipendenti statali ma noi in Regione applichiamo un meccanismo di prelievo sul tfr diverso da quello dello Stato.
In ogni caso non anticiperemo il milione e mezzo di arretrati».
Se dovesse nascere un contrasto tra enti dovrebbe intervenire la Corte dei Conti per dirimere la questione.
Ma sia le Regioni che i Comuni si aspettano che sia il governo a chiarire come comportarsi per attuare la sentenza della Consulta.
«Mi aspetto che sia Monti a risolvere la questione», dice Targetti, « e a spiegare bene come cambia il calcolo della pensione col nuovo sistema contributivo.
Immagino che servirà un intervento del legislatore».
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