La drastica riduzione del personale nelle Province

3 Aprile 2024
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La carenza di personale nelle Province è un problema evidente, con un notevole calo sia di dirigenti che di tecnici, come indicato dai recenti dati della Ragioneria generale dello Stato. Dal 2014 al 2021, il numero totale di dipendenti è sceso da 49.788 a 15.900, con una diminuzione percentuale del 70%. I dirigenti si sono ridotti del 55%, passando da 640 nel 2014 a 290 nel 2021, rappresentando ora solo 1 dirigente ogni 55 dipendenti.

Il direttore generale dell’UPI, Piero Antonelli, ha sottolineato l’importanza della qualità del personale per l’efficienza della Pubblica Amministrazione. Ha evidenziato come le Province abbiano subito pesanti tagli a causa della legge 56/14, che ha drasticamente ridotto il loro personale. Antonelli ha enfatizzato la necessità di investire nelle figure dirigenziali per ricostruire un’amministrazione provinciale in grado di svolgere efficacemente le funzioni assegnate dalla legge e di rafforzare la capacità amministrativa a livello locale.

Le Province – ha sottolineato il direttore UPI – possono sostenere i Comuni, specialmente quelli più piccoli, offrendo servizi strategici e contribuendo a ridurre la burocrazia, ad esempio attraverso le Stazioni uniche appaltanti e la gestione associata dei concorsi e della formazione del personale. Tuttavia, per far questo, è essenziale assumere figure tecniche altamente specializzate.

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Testo Unico del Pubblico Impiego (D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165)

Il D.Lgs. 165/2001 rappresenta la legge fondamentale per il Pubblico Impiego. Il testo del decreto, nel corso degli anni, è stato modificato e integrato numerose volte (da ultimo dal D.L. 44/2023 convertito dalla legge 21 giugno 2023, n. 74 e dal D.L. 75/2023 convertito dalla legge 10 agosto 2023, n. 112) e i continui interventi ne hanno reso la lettura e l’interpretazione complesse e, in alcuni casi, controverse.L’opera, attraverso il puntuale commento di ogni articolo del decreto n. 165 e del correlato decreto n. 150 del 2009, agevola il lettore nel ritrovare un ordine logico nella ricostruzione di questa lunga e difficile trasformazione delle regole (si pensi al radicale passaggio alla privatizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti, non più pubblici ma alle dipendenze di pubbliche amministrazioni) attraverso l’approfondimento sia dei principi ispiratori della riforma del 1993, ma anche delle ragioni che ne hanno portato, in alcuni limitati casi, ad improvvisi cambiamenti di rotta e, nella maggior parte delle volte, solo ad aggiustamenti che si sono resi necessari nel corso degli anni per una coerente attuazione delle regole sul lavoro nel contesto di trasformazione sociale ed economica del Paese.Sempre per facilitare l’esegesi della norma, ogni articolo del Testo Unico è annotato in calce con la normativa collegata, oltre alla prassi e alla giurisprudenza più significative.L’opera riesce così a restituire nella sua completezza il quadro normativo attuale che disciplina la costituzione e la gestione del rapporto di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni.Nicola NiglioConsigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dirigente presso il Dipartimento della funzione pubblica e Direttore del personale del Ministero dello sviluppo economico e della Croce Rossa Italiana. Docente di lavoro pubblico presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA). Autore di molteplici pubblicazioni in materia.Stefano SimonettiEsperto di organizzazione e gestione del personale, è autore di numerose pubblicazioni in materia e svolge da più di 20 anni docenze in corsi di formazione e aggiornamento presso aziende sanitarie, università e istituzioni di formazione pubbliche e private. Già negoziatore ARAN, ha partecipato alla stesura e negoziazione di circa 15 contratti collettivi relativi al comparto del Servizio sanitario nazionale e ha ricoperto per 14 anni il ruolo di Direttore amministrativo di aziende sanitarie in Toscana e nel Lazio.

Nicola Niglio, Stefano Simonetti | 2023 Maggioli Editore

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