Si ripresentano le fasce di merito

Personale. Intervento sul trattamento accessorio

Marcello Serra 30 Luglio 2012
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Rispuntano le fasce di merito nel decreto sulla spending review. In realtà, si tratta di ben poca cosa rispetto all’idea originaria, ma la filosofia è la stessa: programmazione degli obiettivi, sistema di misurazione e valutazione della performance e sistema premiale selettivo e meritocratico. Gli ingredienti di questa ricetta, che potrà essere utilizzata fino alla prossima tornata contrattuale, sono due: il sistema di valutazione e la differenziazione. Su questi due aspetti si concentra il decreto 95/2012 (forse dimenticando che manca l’ingrediente principe: le risorse). Per quanto attiene ai sistemi di misurazione e valutazione della performance, vengono ridefinite le direttrici per il riconoscimento del relativo trattamento accessorio. Per i dirigenti andranno considerati due elementi: da una parte il grado di raggiungimento degli obiettivi individuali e dell’unità organizzativa di diretta responsabilità nonché il contributo alla performance complessiva, e dall’altra il comportamento organizzativo e la capacità di differenziare la valutazione dei propri collaboratori. Per il restante personale si considereranno, oltre al comportamento organizzativo, il raggiungimento degli obiettivi individuali, di gruppo e il contributo alla performance dell’unità organizzativa. Nella sostanza, cambia poco o nulla. Il quadro complessivo continua a basarsi su tre fattori: obiettivi, comportamento e capacità di valutare. Rimane confermato che non sono considerati i periodi di congedo di maternità, di paternità e parentale. L’elemento, forse, più interessante sono le nuove fasce di merito. Ai dipendenti classificati ai vertici della graduatoria della performance individuale dovrà essere garantito un trattamento accessorio più elevato di una percentuale tra il 10 e il 30% del trattamento accessorio medio riconosciuto ai colleghi di pari categoria. La percentuale dei dipendenti virtuosi che attingeranno a questo “superpremio” non potrà essere inferiore al 10% del totale dei dipendenti oggetto di valutazione. Quali risorse verranno destinate a questo meccanismo? Si sta parlando di quelle previste dall’articolo 6, comma 1, del Dl 141/2011, che richiama l’articolo 16, comma 5, del Dl 98/2011, ovvero dei «piani triennali di razionalizzazione e riqualificazione della spesa», i cui risparmi devono essere destinati per almeno il 50% a questo nuovo meccanismo premiale. Norma che, secondo la Corte dei conti Lombardia (deliberazione 299/2012/ Par), non troverebbe applicazione agli enti locali.

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