Il decreto sulla spending review si arricchisce di nuovi interventi, in attesa del confronto con parti sociali e con Regioni e Comuni che precederà il Consiglio dei ministri in calendario per l’inizio della prossima settimana.
Cda pubblici.
È evidente la volontà dell’esecutivo di estendere a tutte le appendici della pubblica amministrazione norme rigorose in tema di assunzioni e remunerazioni.
Si dovrebbe partire dai vertici: è previsto così che i consigli di amministrazione delle società non quotate a totale partecipazione pubblica, diretta e indiretta, siano composti da non più di tre persone: due rappresentanti dell’amministrazione che ha in portafogli la partecipazione ed una figura unica di presidente-amministratore delegato.
In questa formulazione ampia la norma si applicherebbe anche a colossi come Poste o Fs.
Società locali.
Esiste anche una miriade di società più piccole create dalle amministrazioni pubbliche (spesso locali) con l’obiettivo di fornire servizi in house, non all’utenza ma alle amministrazioni stesse.
Queste entità, di fatto in molti casi una fabbrica di poltrone, dovranno essere sciolte entro il 31 dicembre 2013, oppure cedute tramite gara.
Inoltre alle società che dal punto di vista contabile fanno parte del perimetro della pubblica amministrazione si applicano le norme sulle limitazioni delle assunzioni e il congelamento delle retribuzioni già in vigore per il resto del pubblico impiego.
Auto blu.
Il tema, che ovviamente ha una forte valenza simbolica, è già stato affrontato in precedenti provvedimenti.
Ma stavolta il governo sembra intenzionato a calare la scure: è previsto infatti che il prossimo anno la spesa complessiva sia ridotta al 20 per cento di quella sostenuta nel 2011, per acquisto, noleggio, esercizio, manutenzione ed anche per i buoni taxi.
Il taglio è dunque dell’80 per cento.
Le uniche deroghe potranno riguardare i contratti già in essere.
Un intervento così drastico avrà ovviamente conseguenze anche sul personale: gli autisti dovranno essere assegnati a mansioni differenti.
Pubblico impiego.
La riduzione degli organici dovrà essere del 20 per cento per i dirigenti e del 10 per il resto del personale.
I dipendenti che risulteranno in soprannumero potranno essere riassorbiti oppure pensionati con le regole precedenti alla riforma Fornero (ma in questo caso la liquidazione sarà loro riconosciuta solo al conseguimento dei nuovi e più e più stringenti requisiti).
Per coloro che non potranno essere salvati con queste soluzioni scatterà la messa in mobilità e dopo due anni la risoluzione del rapporto di lavoro.
È confermato fino al 2014 ed esteso a tutta la pubblica amministrazione il vincolo in base al quale la spesa per nuove assunzioni non potrà superare il 20 per cento di quella sostenuta per i dipendenti in uscita.
Come già previsto per il ministero dell’Economia, le assunzioni si concentreranno su personale munito di laurea.
Altre novità riguardano l’obbligo per i dipendenti di fruire delle ferie, senza possibilità di percepire trattamenti economici sostitutivi.
Sindacati.
È previsto un nuovo taglio di permessi e distacchi sindacali nella pubblica amministrazione, dopo quello già applicato da Brunetta: dovranno essere ridotti del 20 per cento.
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