sommata alle proteste bipartisan in Parlamento, hanno poi consigliato alla Cancellieri di rimandare tutte le decisioni di chiusure in sede di consiglio dei ministri. Il nodo politico della
spending review
del Viminale sta dunque in questo dilemma: se da un lato si progetta una riorganizzazione funzionale a favore delle Prefetture, dallaltro non viene esclusa la soppressione di Questure e altri presidi del Comparto sicurezza e soccorso pubblico, la cui decisione è solo al momento rimandata e vincolata alla chiusura delle Province.
Per arrivare ai 200 milioni di tagli, il programma della Cancellieri, così come specificato nel documento dello stesso ministero consegnato qualche giorno fa
a Palazzo Chigi, prevede una centrale unica di acquisti. Il blocco delle assunzione di 1.500 tecnici della polizia di Stato che comporta un primo risparmio di 56 milioni di euro. Si procederà poi a una rinegoziazione dei canoni per ridurre gli affitti di tutti gli uffici in uso al ministero dellInterno. Il risparmio stimato è dellordine di una decina di milioni. Altri dieci milioni si spuntano da una riduzione del parco auto della Polizia che passerà da 22 mila a 18 mila mezzi. Unaltra voce “dolente” per il bilancio del Viminale è quella del riscaldamento: per ridurre questo capitolo di spesa sono previsti investimenti strutturali per eliminare sprechi. Saranno inoltre accentrati presso il Centro elaborazione di Napoli
tutti i vari sistemi informatici della Polizia di Stato sparsi sul territorio. Sarà creato infine un super Dipartimento che si occuperà di Immigrazione, Affari interni e territoriali, Personale e Risorse. Tagli anche per i Vigili del fuoco: impianti fotovoltaici per il risparmio energetico, trasferimento delle caserme in strutture demaniali, riduzione del parco auto. La
spending review
del Viminale non piace, però, ai sindacati di polizia. «È parziale e incompleto dice Enzo Letizia, leader dei funzionari perché il ministro non ci ha ancora detto quali uffici di polizia e caserme di carabinieri vengano chiusi, pur facendone un cenno ambiguo nel suo documento programmatico».
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