La recente sentenza n. 181/2024 della Corte Costituzionale ha stabilito l’incostituzionalità delle norme che, nel contesto delle Forze di polizia, prevedono una distinzione di genere nella dotazione organica dei posti da mettere a concorso per la qualifica di ispettore del Corpo di Polizia penitenziaria. Questa discriminazione, secondo la Corte, viola il principio costituzionale dell’uguaglianza, sancito per tutelare il diritto di ogni individuo, indipendentemente dal sesso, di accedere a ruoli che possono aprire la strada a carriere di prestigio.
La normativa pregressa, ora dichiarata incostituzionale, penalizzava le donne che, pur avendo ottenuto punteggi superiori in concorsi, venivano escluse da una posizione utile nella graduatoria a causa di un numero inferiore di posti a loro riservati. Tale sistema, non solo andava contro i criteri meritocratici fondamentali, ma si rifletteva negativamente anche sull’efficienza dell’amministrazione pubblica, distorcendo il principio di equità.
Il contesto di questa sentenza trova origine in un parere del Consiglio di Stato, che in sede di ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, aveva sollevato dubbi sulla legittimità costituzionale di un decreto legislativo che, in materia di revisione dei ruoli delle Forze di polizia, operava una distinzione di genere.
La Corte ha ribadito il valore fondamentale dell’eguaglianza tra i cittadini, come prescritto dalla Costituzione, che proibisce qualsiasi forma di discriminazione basata, tra l’altro, sul sesso. Tale principio di eguaglianza si estende anche al diritto comunitario, che vede nella parità di trattamento tra uomini e donne un obiettivo primario.
La decisione di eliminare ogni forma di disparità di trattamento nei concorsi pubblici non solo riafferma il principio di parità tra i sessi, ma stabilisce un preciso dovere per il legislatore di promuovere attivamente l’uguaglianza di genere in tutti i settori professionali. Eccezioni a tale principio sono ammesse solo per professioni che, per la loro natura o il contesto specifico, richiedono espressamente la presenza di un genere determinato, a condizione che le ragioni addotte siano legittime e proporzionate agli obiettivi.
Questa sentenza segna un passo importante nella direzione di un trattamento più equo e meritocratico all’interno delle Forze di polizia, riconoscendo l’importanza di garantire a tutte le persone, indipendentemente dal genere, pari opportunità di successo professionale.
Concorsi pubblici e disparità di genere: la recente pronuncia della Corte Costituzionale
La recente sentenza n. 181/2024 della Corte Costituzionale ha stabilito l’incostituzionalità delle norme che, nel contesto delle Forze di polizia, prevedono una distinzione di genere nella dotazione organica dei posti da mettere a concorso per la qualifica di ispettore del Corpo di Polizia penitenziaria
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