Al bando i regali ai dipendenti pubblici

Marcello Serra 31 Maggio 2012
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Niente regali ai dipendenti pubblici se connessi all’espletamento delle loro funzioni, a meno che non siano di valore modesto e rientrino nei limiti di cortesia. Lo prevede un emendamento al ddl corruzione delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, stabilendo di inserire nel codice etico previsto dal governo «il divieto per tutti i dipendenti pubblici di chiedere o accettare a qualsiasi titolo, compensi regali o altre utilità in connessione con l’espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, fatti salvi i regali d’uso, purché di modico valore e nei limiti delle relazioni di cortesia». La Camera ha approvato l’art. 1 con cui si stabilisce la nascita dell’autorità nazionale anticorruzione. Disco verde anche all’emendamento che prevede che «ai magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, agli avvocati e procuratori dello Stato e ai componenti delle commissioni tributarie è vietata, pena la decandenza dagli incarichi e la nullità degli atti compiuti, la partecipazione a collegi arbitrali o l’assunzione di arbitro unico». Un altro emendamento del governo prevede di disciplinare i casi di non conferibilità di incarichi dirigenziali ai soggetti estranei alle amministrazioni che, per un adeguato periodo di tempo, non inferiore ai tre anni, antecedente al conferimento, abbiano fatto parte di organi di indirizzo politico, abbiano rivestito incarichi pubblici elettivi o siano stati candidati agli stessi incarichi, escludendo in ogni caso il conferimento di incarichi dirigenziali a coloro che presso le medesime amministrazioni abbiano svolto incarichi di indirizzo politico o incarichi pubblici elettivi, nel periodo immediatamente precedente al conferimento dell’incarico, comunque non inferiore ai tre anni.

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