Pubblico impiego, un patto di valore

È quello siglato nel protocollo d’intesa con il ministero della pubblica amministrazione

Marcello Serra 16 Maggio 2012
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In questi giorni, al ministero della Pubblica amministrazione, il datore di lavoro pubblico – stato, regioni e autonomie locali – e le confederazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego hanno sottoscritto un’Intesa sul lavoro nella pubblica amministrazione di grande valore politico-strategico e tecnico-giuridico.
L’accordo interrompe una grave crisi delle relazioni sindacali nel settore pubblico e rompe con l’assenza della “piena” condivisione sociale delle soluzioni riguardanti le questioni del lavoro pubblico proposte unilateralmente dai governi succedutisi negli ultimi anni.
L’Intesa è stata siglata in un contesto difficile determinato dal blocco dei rinnovi contrattuali e della contrattazione di primo livello, dal blocco dell’adeguamento dei fondi della contrattazione integrativa e del turn-over e dalla mancata applicazione del nuovo modello contrattuale.
Anche alcune importanti criticità normative presenti nel decreto legislativo 150/2009, peraltro in contrasto con la vigente normativa privatistica, hanno concorso a creare una pesante situazione di stallo nelle relazioni industriali.
Per non parlare della mancanza di risorse finanziarie.
L’Intesa disegna un modello di relazioni sindacali più efficace, razionalizza e semplifica i sistemi di misurazione, di valutazione e di premialità previsti dal decreto legislativo n. 150/2009, introduce nel settore pubblico nuove regole per il mercato del lavoro, in armonia con le norme costituzionali e con una più moderna ed efficiente organizzazione del lavoro.
L’Intesa, inoltre, riafferma la centralità della formazione del personale, indicando strumenti e percorsi, e riordina la dirigenza pubblica di cui rafforza ruolo, funzioni e responsabilità in un contesto di reale autonomia e al riparo dalla nefasta invadenza della politica.
In sintesi, l’Intesa – in coerenza con i principi della legge 15/2009 e con i suoi contenuti normativi – è il risultato di un’analisi tanto approfondita quanto condivisa delle criticità presenti in alcune norme del decreto legislativo 150/2009, e ha la finalità di attuare correttamente la “riforma della pubblica amministrazione e del lavoro pubblico” con il concorso delle parti sociali.
E proprio perché ha condiviso le ragioni forti e la strategia politica della legge 15/2009, nonché i princìpi in essa contenuti, la Confsal non avrebbe potuto firmare un’Intesa che “avviasse una controriforma” o favorisse il ritorno alla “cattiva burocrazia”.
Obiettivo principale della Confsal – che al tavolo di confronto aveva presentato una propria piattaforma politico-sindacale articolata in dieci punti – è sempre stato quello di creare le condizioni per migliorare i servizi pubblici e per valorizzare il lavoro del settore.
Quanto ai contenuti, la Confsal ha condiviso le innovazioni concernenti:

  • la dirigenza, al fine di garantirle maggiore autonomia dalla politica e piena responsabilità riguardo alla performance della struttura; da qui la centralità della performance organizzativa in funzione del miglioramento della qualità dei servizi; 
  • il sistema di reclutamento e di formazione di dirigenti e funzionari, pensato e proposto sul modello delle migliori esperienze europee;
  • il mercato e l’organizzazione del lavoro pubblico “privatizzato”- ma “distinto”, nel pieno rispetto della Costituzione – soprattutto riguardo alle assunzioni per concorso pubblico, evitando l’omologazione delle norme al limite della dubbia costituzionalità.

Il sistema di premialità è incentrato sulla valutazione della performance organizzativa, ovvero sulla misurazione del risultato dell’unità strutturale, nel cui ambito va valutato sia il funzionario che il dirigente.
Il sistema così rivisitato è interessato all’introduzione di elementi di flessibilità, affinché la sua attuazione sia più efficace ed equa.
Infine, il licenziamento disciplinare nel pubblico impiego è già più rigoroso, rispetto al settore privato, per effetto di legge e per previsione contrattuale e, pertanto, può essere soltanto riordinato.
L’Intesa, sottoscritta da tutti i datori di lavoro pubblici (stato, regioni, province e comuni) e dalla quasi totalità delle confederazioni sindacali rappresentative, potrà essere la base condivisa per proporre e approvare una legge-delega con la finalità di introdurre innovazioni mirate alla recente riforma della pubblica amministrazione e del lavoro pubblico.
Il parlamento potrà valutare e approvare il disegno di legge-delega sul pubblico impiego in iter parallelo con il disegno di legge n. 3249 del ministro Fornero sulla Riforma del mercato del lavoro, secondo la previsione di legge contenuta nell’articolo 2 della medesima proposta legislativa.
In conclusione, la Confsal ha sottoscritto l’Intesa con la ferma intenzione di rafforzare le ragioni e le finalità delle legge 15/2009, ma anche con l’obiettivo di eliminare o affievolire le criticità contenute nel decreto legislativo 150/2009.
Ora, la Confsal si aspetta dal governo e dal parlamento il varo di precise innovazioni normative per migliorare i servizi pubblici, valorizzare il lavoro pubblico e recuperare il coinvolgimento responsabile delle parti sociali, nella distinzione dei ruoli istituzionali.
A questo fine si impegnerà in sede negoziale perché siano apportate le necessarie modifiche di alcuni istituti contrattuali secondo i contenuti dell’Intesa.

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