Decreto PA: svolta per il reclutamento e le retribuzioni

Dinnanzi alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, l’ARAN ha presentato una analisi sugli impatti delle nuove disposizioni in materia di trattamento economico accessorio nel settore pubblico

26 Marzo 2025
Modifica zoom
100%

Nel cuore del Decreto PA n.25 del 2025 – in audizione presso le Commissioni parlamentari – si colloca l’articolo 14, fulcro delle nuove misure in tema di retribuzione accessoria nel comparto pubblico, secondo l’ARAN. A partire dal 2025, viene istituito presso il MEF un fondo da 190 milioni di euro annui per Ministeri e Presidenza del Consiglio, destinato ad alimentare premi e incentivi attraverso la contrattazione integrativa. Altri interventi settoriali riguardano l’Agenzia Italiana per la Gioventù (+90mila euro), il riconoscimento economico per il personale transitato in ANSFISA, il pagamento degli arretrati per l’Ispettorato del Lavoro (oltre 10 milioni tra 2025 e 2026) e l’adeguamento retributivo del personale diplomatico (2 milioni annui). Di rilievo anche l’introduzione della copertura sanitaria integrativa per il personale scolastico, con uno stanziamento crescente fino al 2029.

Indice

Contrattazione pubblica: una nuova stagione di programmazione finanziaria

Le misure si inseriscono nel contesto dei rinnovi contrattuali 2022-2024, che solo per le Funzioni Centrali hanno già prodotto un contratto sottoscritto (gennaio 2025). Nonostante ritardi strutturali, emerge un cambio di passo: per la prima volta, la legge di bilancio e il Documento Programmatico di Bilancio prevedono uno stanziamento pluriennale fino al 2030, pari a 31 miliardi complessivi. Oltre alla classica “Indennità di Vacanza Contrattuale”, da giugno 2025 portata all’1%, si introducono tre vie di finanziamento: risorse standard (CCNL), aggiuntive (salario accessorio) e specifiche (per particolari profili e funzioni), fondamentali per correggere squilibri retributivi.

Funzioni centrali avanti, enti locali indietro: cresce il divario retributivo


L’analisi ARAN evidenzia l’impatto differenziato delle risorse nei vari comparti. Le Funzioni Centrali beneficiano di un incremento retributivo medio del 20,43% su tre trienni (562 euro/mese), la Sanità del 21%, l’Istruzione e Ricerca del 16,57%, mentre le Funzioni Locali si fermano al 16,68%, senza interventi normativi specifici. Il divario mensile medio rispetto alle amministrazioni centrali supera i 170 euro. Una situazione che incentiva la migrazione di personale verso i Ministeri e impone una revisione dei tetti al trattamento accessorio per gli enti locali, per evitare il depauperamento delle competenze sul territorio.

Si legga anche:
“ANCI redige una nota sintetica che illustra le principali disposizioni del Decreto PA”;
“Decreto PA: le schede di lettura”;

ANCI redige una nota sintetica che illustra le principali disposizioni del Decreto PA”.

ARAN, Audizione sulle disposizioni del decreto PA

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento