IFEL, dati del personale all’interno dei Comuni

La Fondazione IFEL ha reso disponibile l’edizione 2025 del Rapporto “Il personale dei Comuni italiani”, che analizza le dinamiche e le principali caratteristiche del personale comunale

31 Marzo 2025
Modifica zoom
100%

Il 26 marzo scorso la Fondazione IFEL ha reso disponibile l’edizione 2025 del Rapporto “Il personale dei Comuni italiani”, che analizza, a partire dai dati del Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato-IGOP, le dinamiche e le principali caratteristiche del personale comunale, con approfondimenti dedicati alle aree operative di appartenenza, alle retribuzioni medie, al turnover e alle spese sostenute dai Comuni per la formazione dei propri dipendenti.

Indice

Personale in affanno nonostante la lieve ripresa


Dopo oltre vent’anni di saldo negativo, il 2023 ha segnato una timida inversione di tendenza nel personale dei Comuni italiani: 29.275 assunzioni contro 28.973 uscite. Un guadagno di poco più di 300 unità che porta il totale degli addetti comunali a 341.659. Ma si tratta di una tregua solo apparente. Secondo il Rapporto IFEL “Il personale dei Comuni italiani”, presentato a Milano durante il Coordinamento delle ANCI regionali, il livello di organico resta strutturalmente insufficiente: rispetto al 2007 si è perso il 28,7% della forza lavoro.
Se il 2024 segna un ulteriore lieve incremento (343.500 unità, trainato soprattutto dal Sud grazie alla stabilizzazione degli LSU), nei grandi comuni il trend è inverso: il personale continua a calare, con gravi conseguenze sulla capacità amministrativa.

Uscite in aumento, retribuzioni in coda

Il vero nodo è rappresentato dalle uscite: secondo le stime IFEL, nei prossimi sette anni i Comuni potrebbero perdere circa 175 mila dipendenti, pari a metà del personale attualmente in servizio. Di questi, 10.000 l’anno andranno in pensione, ma altri 15.000 rischiano di lasciare per altre ragioni, come trasferimenti ad altre amministrazioni pubbliche o dimissioni volontarie, spesso motivate da retribuzioni poco attrattive.
Un confronto con il personale regionale evidenzia il divario: nella Categoria A, la retribuzione lorda media nei Comuni è di 22.338 euro, contro i 26.328 delle Regioni. Una forbice che mina la capacità di attrazione e trattenimento del personale, soprattutto nelle aree più qualificate e tecniche.

La sproporzione tra carichi di lavoro e risorse umane

Il paradosso emerge con chiarezza nel settore della pianificazione urbanistica e delle opere pubbliche. Qui, a fronte di una riduzione di 2.000 unità rispetto al 2017, la spesa per investimenti comunali è raddoppiata, passando da 8,3 a 16,3 miliardi di euro.
Nel 2023 ogni dipendente gestiva in media 310 mila euro di investimenti, contro i 152 mila del 2017. E con i 19,1 miliardi del 2024 il carico per addetto potrebbe sfiorare i 363 mila euro. “Un dato che fotografa – ha sottolineato Pierciro Galeone, Direttore IFEL – un personale ridotto all’osso, chiamato a rispondere a responsabilità crescenti con strumenti sempre più limitati”.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento