L’estensione alle Regioni e agli enti locali del nuovo modello contrattuale, il rilancio della contrattazione integrativa, con particolare attenzione al «dividendo dell’efficienza», la valutazione dell’impatto del taglio del 10% sulle dotazioni organiche delle amministrazioni previsto dalla manovra di agosto, gli effetti della riforma delle pensioni sui flussi di pensionamento del personale e il «nodo» della previdenza complementare. S’è sviluppato attorno a questi temi il primo confronto tra il ministro della Pa e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi, e le organizzazioni sindacali. Un dialogo che, nelle intenzioni del ministro, dovrebbe sfociare in una collaborazione ampia per la ricerca di soluzioni concrete ai diversi problemi aperti per il lavoro pubblico. Oltre alla verifica di impatto sui nuovi tagli, per la quale il dipartimento Funzione pubblica ha avviato un monitoraggio, ci sono in prospettiva processi da gestire come la razionalizzazione di enti e apparati che accompagnerà il ciclo di spending review. Al termine dell’incontro, i sindacalisti si sono dichiarati in larga maggioranza soddisfatti per l’apertura al dialogo del successore di Renato Brunetta, ma la Cgil ha posto un primo paletto, cioè la contrarietà ad affrontare la discussione partendo dall’accordo del 2009, che non venne sottoscritto proprio da Corso d’Italia. Dopo questo primo confronto si entrerà nel vivo dal 19 gennaio con l’apertura di tre tavoli tecnici ai quali, secondo il ministro, dovrebbero partecipare anche Regioni ed enti locali. Patroni Griffi ha insistito sulla possibilità di «affrontare i problemi con un approccio pragmatico e concreto – ha detto – sul tema della riorganizzazione delle amministrazioni, con i problemi connessi ma anche con le opportunità connesse». Sul fronte della previdenza, invece, il ministro ha chiesto alla collega Fornero di aprire una verifica di impatto dei nuovi requisiti sui dipendenti pubblici. La Cgil ha salutato con positivi l’avvio del confronto ma questo – ha sottolineato – potrebbe partire in salita se non arrivassero segnali di discontinuità. «Abbiamo dato disponibilità all’apertura di questo tavolo negoziale ma siccome non perdiamo di vista i punti critici, abbiamo chiesto discontinuità ha affermato Nicola Nicolosi, responsabile pubblico impiego della segreteria nazionale della Cgil . In questi ultimi tre anni infatti, c’è stato un massacro dei lavoratori pubblici». Per Paolo Pirani della Uil si è trattato di «una riunione positiva perché si è usciti da schemi psicologici e preconcetti e si è accettato un confronto nel merito dei problemi» e anche la Cisl, con Gianni Baratta, ha aperto sul temi della mobilità e della flessibilità. «Nel memorandum del pubblico impiego, sottoscritto durante il governo Prodi, uno dei termini nuovi che usammo era proprio la mobilità, la flessibilità, l’organizzazione del lavoro». Questi, ha spiegato il segretario confederale della Cisl, «erano temi che avevamo già in qualche modo digerito ma sempre in una logica negoziale e non unilaterale».
Davide Colombo
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