Spese per incarichi e consulenze esterne nelle pubbliche amministrazioni abruzzesi: fra le Province, Chieti è la più parsimoniosa e L’Aquila la più «spendacciona». Quest’ultima, infatti, ha speso 1.913.000 euro per incarichi esterni, Pescara 780.250 euro circa, Teramo, 426.000 e ultima Chieti con soli 120.000 euro, fra consulenze e contratti co.co.co. La sola Regione, invece, ha speso 2.168.000 euro circa per incarichi e consulenze esterne. In totale fra Province e Regione, l’Abruzzo ha speso oltre cinque milioni di euro. A farla da padrone sono le consulenze per progetti di comunicazione, consulenze professionali e docenze, nell’ambito della formazione professionale, per importi che vanno da poche centinaia di euro a cifre importanti, sotto comunque i 30mila euro a persona. Il riepilogo delle spese affrontate da ogni amministrazione è consultabile sui siti istituzionali delle stesse e il quadro offre lo spunto per riflettere su cosa investe maggiormente una Provincia, piuttosto che un’altra. Ogni amministrazione, infatti, sembra avere il settore di punta nelle consulenze: L’Aquila predilige la «formazione professionale», con una spesa, solo per docenti e consulenti, di oltre 207mila euro. Pescara predilige il settore «lavoro e formazione professionale» raggiungendo un impegno di spesa di oltre 611mila euro. Teramo è la Provincia che spende quasi 70mila euro su progetti, mentre per le collaborazioni tecnico scientifiche ne sborsa circa 200mila. Rispetto al passato, comunque, le spese delle pubbliche amministrazioni abruzzesi per gli incarichi esterni, comprese consulenze e docenze, sono notevolmente diminuite. Nonostante questo, rimane da capire come mai per lo stesso progetto alcuni enti pubblici abbiano assunto più persone come per esempio la Provincia di Pescara che per la sola «rendicontazione» ha assunto nel periodo settembre 2011-marzo 2012 ben dodici persone, con una spesa complessiva che supera i 210mila euro per soli sei mesi di lavoro. Servono davvero tutte queste persone per il rendiconto? Le domande fioccano, spulciando le carte o sfogliando le pagine dei siti ma, finché non emerge qualche anomalia che possa portare all’accertamento di illeciti, l’unico motivo per cui fanno notizia questi dati sono le cifre per incarichi che a volte possono risultare non completamente prioritari rispetto alle esigenze amministrative, specie in un momento di grandi tagli e ristrettezze.
Barbara Zarrillo
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento