La mobilità dei dipendenti delle province scalda i motori. Il governo ha presentato ieri ai sindacati la bozza di decreto attuativo della legge di stabilità 2015 (commi 423, 424 e 425 della legge 190/2014) fissando un primo cronoprogramma che, dopo mesi di ritardi, soprattutto a causa dell’inerzia delle regioni nel legiferare sul destino dei dipendenti degli enti di area vasta, dovrebbe finalmente far partire le procedure di ricollocamento degli oltre 20 mila lavoratori provinciali in sovrannumero. Il condizionale è però d’obbligo perché dai sindacati è arrivata una netta chiusura verso un testo che secondo Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl mette a rischio il salario accessorio e non ha «nessuna attenzione alle funzioni e nessun rispetto per le competenze». Diversi, ovviamente, i toni dell’esecutivo secondo cui il decreto assicura «certezze ai lavoratori e continuità nei servizi» (così il sottosegretario alla funzione pubblica, Angelo Rughetti).
La bozza conferma le destinazioni dei dipendenti provinciali, con qualche novità. Si prevede che i soprannumerari siano ricollocati prioritariamente presso regioni e comuni; si conferma che tra le amministrazioni dello stato il principale ricettore dei dipendenti provinciali sarà il ministero della giustizia. Novità assoluta, invece, è l’inclusione espressa, tra le amministrazioni verso le quali i soprannumerari potranno andare in mobilità, degli enti del servizio sanitario, che invece la circolare interministeriale funzione pubblica-affari regionali n. 1/2015 aveva in sostanza escluso, limitando fortemente le possibilità di ricollocazione.
Il cronoprogramma indicata dalla bozza di decreto riguarderà anche il personale dei corpi di polizia provinciale.
Entro 20 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, le province dovranno inserire nel portale «Mobilità.gov» gli elenchi dei dipendenti in sovrannumero. Entro 40 giorni dalla pubblicazione, regioni, enti locali, inclusi gli enti pubblici non economici e gli enti del Ssn, inseriranno i posti disponibili, in modo che entro 60 giorni, sempre decorrenti dalla pubblicazione in G.U., palazzo Vidoni possa rendere pubbliche le dotazioni disponibili. A questo punto i dipendenti in sovrannumero (compreso il personale di polizia provinciale e i dipendenti della Croce rossa italiana) avranno 30 giorni di tempo per presentare le istanze di mobilità in relazione all’offerta di posti, compilando il modulo disponibile sul portale «Mobilità.gov». Al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta, lo schema di decreto prevede una serie di criteri. I dipendenti in comando o fuori ruolo verranno prioritariamente assegnati alle amministrazioni in cui prestano servizio. Analogamente, la polizia provinciale verrà prioritariamente destinata ai comuni con funzione di polizia locale, mentre al ministero delle infrastrutture andranno coloro che nelle province si occupavano della gestione degli albi provinciali degli autotrasportatori. A parte questi criteri particolari, regola generale sarà l’assegnazione dei dipendenti in sovrannumero alle regioni e agli enti locali, inclusi gli enti pubblici non economici e quelli del Ssn. Per i lavoratori della Croce rossa, la mobilità sarà verso le amministrazioni statali con priorità per il ministero della giustizia. Sul piano individuale sarà favorito chi gode dei benefici della legge 104/1992 e chi ha figli fino a tre anni di età.
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