La sentenza della Sezione giurisdizionale della Regione Sicilia del 1° settembre 2015, n. 778, attira l’attenzione perché ritorna sulla questione della giurisdizione contabile sulle società in house che assumano personale in violazione dei limiti imposti dalla legge alle assunzioni negli enti pubblici di cui sono serventi, nonché della regola generale del pubblico concorso.
La vicenda non poteva che essere denunciata ed avere risonanza mediatica posta la gravità dei fatti posti in essere in evidente violazione dei principi costituzionali di buon andamento e in particolare di imparzialità, nonché della normativa sulle assunzioni.
Essa vedeva una società multiservizi in house della Regione Sicilia assumere personale senza concorso o altra selezione, bensì con chiamata diretta dei figli di dipendenti della società già deceduti. La gravità della vicenda emerge chiaramente dalle parole della Procura, laddove agli atti afferma che “le assunzioni accertate risultano espressione di un puro arbitrio gestionale, di per sé espressivo di intollerabile negligenza funzionale e colpa grave, riconducibile ai componenti del Consiglio di Amministrazione”.
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