di V. Giannotti (ilpersonale.go-vip.net 10/11/2015)
In sede di audizione alle Camere, il Presidente della Corte dei conti, a Sezioni Riunite in sede di controllo, ha avuto modo di osservare, in merito alla spesa del pubblico impiego, come superata l’emergenza finanziaria, a partire dal 2016 avrebbero dovuto essere riavviate politiche mirate per il pubblico impiego volte ad affrontare le criticità strutturali del settore, mentre il disegno di legge finanziaria per il 2016 non modifica l’approccio seguito negli ultimi anni. In merito ai rinnovi contrattuali, il cui costo era stato stimato dalla Corte in circa 2 miliardi nel 2016 (in linea con quanto indicato anche nel Def) e 5 miliardi a regime, vengono stanziate risorse (300 milioni) equivalenti, di fatto, alla sola corresponsione dell’indennità di vacanza contrattuale. La copertura viene assicurata dalla riproposizione di severe misure (dettagliatamente indicate nell’art. 16) di contenimento della spesa per redditi da lavoro dipendente – ormai in atto da oltre un quinquennio – relative alla limitazione delle assunzioni, al blocco dei trattamenti accessori, alla riduzione di alcune indennità spettanti a specifiche categorie di personale. I nuovi limiti alle assunzioni sembrano destinati ad accentuare ulteriormente il progressivo elevamento dell’età media dei pubblici dipendenti. In merito al trattamento accessorio, il citato DDL ripropone, poi, come detto, il blocco alle risorse da destinare ai trattamenti accessori del personale, parametrate per il triennio in questione al valore accertato per il 2015.
In particolare la contrattazione integrativa è interessata da due aspetti, il primo riguardante la possibilità di operare compensazioni con i risparmi di spesa in caso di superamento dei vincoli finanziari, e la seconda riguarda la riduzione del fondo nelle due componenti del limite delle risorse stanziate nel 2015 e l’altro della riduzione proporzionale al personale dipendente.
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