Il personale con rapporto di lavoro flessibile dei comuni, delle regioni a statuto speciale, delle regioni a statuto ordinario e delle province [scheda n. 5]

22 Gennaio 2015
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Per personale con contratto di lavoro flessibile si intende il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, con contratti di formazione-lavoro, i lavoratori interinali ed i lavoratori socialmente utili (LSU). Nel 2012 le unità di personale(1) che nei comuni italiani hanno un rapporto di lavoro flessibile ammontano a 40.519 (Tabella 1). Tale tipologia di rapporto di lavoro risulta particolarmente diffusa nelle amministrazioni comunali siciliane con 13.257 unità, il 32,7% del totale, seguite da quelle calabresi con 4.013 unità, il 9,9% del totale, quelle campane con 3.947 unità, il 9,7% del totale e quelle laziali con 3.537 unità, l’8,7% del totale.
In particolare, il 61,0% delle unità annue di dipendenti comunali “flessibili” ha un rapporto di lavoro a tempo determinato, il 34,2% ha un contratto da lavoratore socialmente utile e il 4,6% ha un contratto interinale. Solo lo 0,2% del totale delle forme contrattuali flessibili nelle amministrazioni comunali è rappresentato da contratti di formazione lavoro.
Analizzando la distribuzione sul territorio delle diverse tipologie contrattuali emerge come il contratto a tempo determinato sia maggiormente diffuso nei comuni dell’Emilia-Romagna, dove tale tipologia rappresenta il 91,2% del totale dei contratti di lavoro flessibile dei dipendenti comunali; seguono le amministrazioni comunali liguri  (90,4%) e del Trentino-Alto Adige (88,2%). All’opposto, le percentuali più contenute sono rilevabili nelle amministrazioni comunali campane (27,8%) e calabresi (13,3%). Proprio in queste realtà, sono maggiormente diffusi, i contratti per LSU, che rappresentano l’85,9% dei contratti di lavoro flessibile in essere nelle amministrazioni calabresi e il 68,0% di quelle campane; seguono per percentuale di LSU i comuni lucani (55,6%), pugliesi (54,9%) e veneti (50,5%). In quelli dell’Emilia-Romagna e della Liguria, invece, si registrano le percentuali più contenute, lo 0,4% per entrambi i territori. 
I contratti di lavoro interinale sono presenti con percentuali maggiori nei comuni della Valle d’Aosta (40,8% del totale), della Toscana (19,5%) e del Friuli-Venezia Giulia (18,2%). Invece, tale tipologia contrattuale è poco diffusa nei comuni della Sicilia, della Calabria e del Trentino-Alto Adige (rispettivamente con lo 0,1%, 0,7% e l’1,7%).
Per quanto riguarda, infine, i contratti per la formazione lavoro, le percentuali, tutte molto contenute, registrano i valori più elevati nei comuni del Molise, della Liguria e del Piemonte, con un indice rispettivamente pari al 6,2%, al 2,3% ed all’1,0% del totale. Non si registrano contratti di formazione lavoro nelle amministrazioni comunali della Valle d’Aosta, della Basilicata, della Calabria, della Sicilia e della Sardegna.

Tabella 1 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nei comuni italiani, per regione, 2012

Regione

Personale con rapporto di lavoro flessibile

Personale con rapporto di lavoro flessibile per tipologia contrattuale

v.a.

%

Tempo determinato

LSU

Contratti interinali

Formazione lavoro

Piemonte

681

1,7%

58,5%

28,6%

11,9%

1,0%

Valle d’Aosta

30

0,1%

49,1%

10,0%

40,8%

0,0%

Lombardia

2.677

6,6%

49,3%

47,2%

3,1%

0,5%

Trentino-Alto Adige

1.065

2,6%

88,2%

9,6%

1,7%

0,5%

Veneto

1.907

4,7%

42,6%

50,5%

6,5%

0,5%

Friuli-Venezia Giulia

968

2,4%

35,6%

46,0%

18,2%

0,2%

Liguria

367

0,9%

90,4%

0,4%

6,8%

2,3%

Emilia-Romagna

1.761

4,3%

91,2%

0,4%

7,5%

0,8%

Toscana

1.094

2,7%

69,8%

10,3%

19,5%

0,4%

Umbria

250

0,6%

64,6%

24,7%

10,1%

0,5%

Marche

625

1,5%

49,4%

46,6%

3,9%

0,1%

Lazio

3.537

8,7%

86,3%

4,2%

9,3%

0,2%

Abruzzo

1.052

2,6%

38,7%

49,2%

11,2%

0,9%

Molise

136

0,3%

79,1%

1,0%

13,6%

6,2%

Campania

3.947

9,7%

27,8%

68,0%

4,0%

0,1%

Puglia

1.245

3,1%

35,6%

54,9%

9,3%

0,2%

Basilicata

531

1,3%

40,8%

55,6%

3,6%

0,0%

Calabria

4.013

9,9%

13,3%

85,9%

0,7%

0,0%

Sicilia

13.257

32,7%

81,3%

18,6%

0,1%

0,0%

Sardegna

1.376

3,4%

78,7%

10,5%

10,8%

0,0%

ITALIA

40.519

100,0%

61,0%

34,2%

4,6%

0,2%

Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Economia Locale su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze (2013)

In media, oltre la metà, il 54,3% delle unità annue di personale con contratto di lavoro flessibile nelle regioni a statuto ordinario, è inquadrato come lavoratore socialmente utile, il 42,2% con un rapporto di lavoro a tempo determinato, il 3,0% con un contratto interinale e, infine, lo 0,5% con un contratto di formazione lavoro (Tabella 2).
Analizzando nel dettaglio la distribuzione delle forme contrattuali nelle varie amministrazioni regionali, si osserva che, per quanto riguarda i LSU è rilevante il valore assunto nella regione Campania, il 99,8%.
Nelle altre amministrazioni regionali, al contrario, la maggior parte delle unità con rapporto di lavoro flessibile, sono costituite da contratti a tempo determinato. Nelle regioni del centro, tranne che nella regione Lazio nella quale non è stato rilevato personale con rapporto di lavoro flessibile, e al sud nelle regioni Molise, Puglia e Calabria, la percentuale arriva al 100%.
In questo panorama, uniche eccezioni, oltre la regione Campania, che come visto ha, tra il personale flessibile, quasi esclusivamente LSU, sono la regione Liguria e la regione Veneto. In tali regioni, le unità di contratti a tempo determinato si riducono al 18,9%, per la prima e al 27,9% per la seconda. In queste regioni, tale  valore più contenuto è compensato da un maggior impiego di personale interinale, l’81,1% e il 72,1%, rispettivamente.

Tabella 2 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle regioni a statuto ordinario, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2012

Regione

Personale con rapporto di lavoro flessibile

Tempo determinato

Formazione lavoro

Contratti interinale

LSU

Totale

Piemonte

80,7%

0,0%

0,0%

19,3%

100,0%

Lombardia

56,5%

37,1%

6,4%

0,0%

100,0%

Veneto

27,9%

0,0%

72,1%

0,0%

100,0%

Liguria

18,9%

0,0%

81,1%

0,0%

100,0%

Emilia-Romagna

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Toscana

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Umbria

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Marche

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Lazio

Abruzzo

90,6%

0,0%

9,4%

0,0%

100,0%

Molise

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Campania

0,2%

0,0%

0,0%

99,8%

100,0%

Puglia

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Basilicata

97,1%

0,0%

2,9%

0,0%

100,0%

Calabria

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Totale

42,2%

0,5%

3,0%

54,3%

100,0%

Nella Regione Lazio non è stato rilevato personale con rapporto di lavoro flessibile.

Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Economia Locale su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze (2013)

Nelle regioni a statuto speciale il 94,2% delle unità annue di personale con rapporto di lavoro flessibile ha un contratto a tempo determinato (Tabella 3). Irrilevanti sono le percentuali relative alle altre tipologie contrattuali, i contratti interinali rappresentano il 5,7% e i lavoratori socialmente utili, lo 0,1%. Assenti, tra i dipendenti con rapporto di lavoro flessibile delle regioni a statuto speciale, i contratti di formazione lavoro.
L’unica eccezione si rileva nella regione Friuli-Venezia Giulia, in cui le unità annue di personale con contratto a tempo determinato si riducono al 55,6%, mentre quelle riconducibili agli interinali arrivano al 44,4%.

Tabella 3 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle regioni a statuto speciale, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2012

Regione

Personale con rapporto di lavoro flessibile

Tempo determinato

Formazione lavoro

Contratti interinale

LSU

Totale

Valle D’Aosta

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Trentino-Alto Adige

99,7%

0,0%

0,2%

0,2%

100,0%

Friuli-Venezia Giulia

55,6%

0,0%

44,4%

0,0%

100,0%

Sicilia

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Sardegna

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Totale

94,2%

0,0%

5,7%

0,1%

100,0%

Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Economia Locale su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze (2013)

Oltre la metà del personale con rapporto di lavoro flessibile nelle province italiane ha un contratto a tempo determinato, il 52,7%, oltre un terzo è un lavoratore socialmente utile, mentre l’8,6% ha un contratto interinale (Tabella 4). In nessuna provincia viene utilizzata la formula  dei contratti di formazione lavoro.
Anche a livello regionale la ripartizione tra le tipologie contrattuali è sostanzialmente rispettata. Infatti, nelle province di quasi tutte le regioni il contratto a tempo determinato rappresenta la tipologia più utilizzata tra i dipendenti con rapporto di lavoro flessibile.
In alcune province, a prevalere sono i LSU. E’ così nelle province della Campania, in cui il 99,8% del personale flessibile è inquadrato come LSU, in quelle della Puglia, con il 97,9% di lavoratori con rapporto di lavoro flessibile, socialmente utili, delle Marche con il 91,3% e del Friuli-Venezia Giulia, il 53,1%.
Nelle province lucane e laziali, infine, le unità di personale con rapporto di lavoro a tempo determinato si riducono rispettivamente al 12,9% e al 33,3%. In queste realtà a prevalere sono i contratti interinali, l’80,8% per le prime e il 66,7% per le seconde.

Tabella 4 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle amministrazioni provinciali, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2012

Regione

Personale con rapporto di lavoro flessibile

Tempo determinato

Formazione lavoro

Contratti interinale

LSU

Totale

Piemonte

77,2%

0,0%

2,4%

20,3%

100,0%

Lombardia

55,1%

0,0%

11,0%

33,9%

100,0%

Veneto

50,9%

0,0%

10,0%

39,1%

100,0%

Friuli-Venezia Giulia

36,3%

0,0%

10,5%

53,1%

100,0%

Liguria

97,3%

0,0%

2,7%

0,0%

100,0%

Emilia-Romagna

70,9%

0,0%

8,2%

20,9%

100,0%

Toscana

99,7%

0,0%

0,0%

0,3%

100,0%

Umbria

97,3%

0,0%

0,0%

2,7%

100,0%

Marche

8,7%

0,0%

0,0%

91,3%

100,0%

Lazio

33,3%

0,0%

66,7%

0,0%

100,0%

Abruzzo

64,4%

0,0%

22,4%

13,2%

100,0%

Molise

100,0%

0,0%

0,0%

0,0%

100,0%

Campania

0,2%

0,0%

0,0%

99,8%

100,0%

Puglia

2,1%

0,0%

0,0%

97,9%

100,0%

Basilicata

12,9%

0,0%

80,8%

6,3%

100,0%

Calabria

73,0%

0,0%

5,3%

21,7%

100,0%

Sicilia

97,0%

0,0%

0,0%

3,0%

100,0%

Sardegna

57,5%

0,0%

42,0%

0,5%

100,0%

Totale

52,7%

0,0%

8,6%

38,7%

100,0%

Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Economia Locale su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze (2013)

(1) A differenza del personale a tempo indeterminato l’ammontare di questa tipologia di personale viene quantificata in termini di “unità annue”. Tale valore si ottiene sommando i mesi lavorati, distintamente per ciascuna delle tipologie, per categoria di personale e per genere, e dividendo tale valore per i 12 mesi dell’anno.

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