Esuberi nelle Province, Madia: “Se necessario, interverrà lo Stato”

Marcello Serra 14 Maggio 2015
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«Abbiamo un’apertura di credito nei confronti dei territori ma se non fanno bene il loro lavoro, in ultima istanza, sappiamo che abbiamo le risorse e gli strumenti per ricollocare noi, dallo Stato, le persone». Lo ha detto il ministro della P.A. Marianna Madia, parlando dell’operazione per gestire la mobilità dei dipendenti delle Province.

Rispondendo alle domande dei parlamentari in commissione Semplificazione, Madia ricorda come nella legge di stabilità «siano state bloccate tutte le assunzioni e quindi le relative risorse che ci sono e sono lì». Quindi, sottolinea il ministro, ci sono i fondi, «non è giusto usare la parola tesoretto, che è abusata, ma abbiamo le risorse per ricollocare» i dipendenti delle Province.

Il ministro ha inoltre evidenziato la «complessità delle operazioni di mobilità, che coinvolge circa 20 mila persone, ed è la più importante della storia italiana». Ora, spiega, «stiamo dicendo alle Regioni di sbrigarsi a fare le leggi regionali», così da definire le funzioni e i dipendenti che vengono loro trasferiti. Quindi, aggiunge il ministro, «se riescono i territori, passando per le leggi regionali che ridisegnano le funzioni sulla base della riforma Delrio, è meglio, perchè ne beneficia il territorio stesso».

Tuttavia se ciò non dovesse accadere, avverte Madia, «ci siamo tutelati, abbiamo le risorse e anche gli strumenti» visto che «abbiamo anche aperto il portale» per gestire la mobilità (www.mobilità.gov.it). Il ministro ha in questo modo ribadito l’obiettivo: «Garantire tutti le lavoratrici e tutti i lavoratori delle Province italiane, assicurando stipendio e lavoro».

«L’orizzonte che ci siamo dati per completare il percorso è la fine del 2016», non a caso nella legge di stabilità «abbiamo bloccato le assunzioni per tutto il 2015 e tutto il 2016», così da avere le risorse per ricollocare i dipendenti delle Province in eccedenza.

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