L’atteggiamento dei governi nei confronti del lavoro pubblico ha ormai assunto i connotati di un vero accanimento terapeutico. E il governo Letta in questo si muove, con la legge di stabilità, in piena continuità con quanto fatto da Berlusconi e Monti. Insomma, cambiano i governi ma le politiche verso la pubblica amministrazione sono sempre le stesse. Da questa constatazione parte la riflessione di Michele Gentile, responsabile del dipartimento settori pubblici della Cgil nazionale, ai microfoni di “Italia Parla” su RadioArticolo1.
“Diciamo che se possibile – attacca Gentile – con questa legge finanziaria si va persino oltre quanto previsto dal decreto Berlusconi del 2011 e dalla legge di stabilità dello scorso anno, perché quei provvedimenti prorogavano il blocco dei contratti, in vigore dal 2011, per tutto il 2014, mentre con questo disegno di legge di stabilità non solo si conferma la proroga per il 2014, ma si dice anche che l’indennità di vacanza contrattuale per il periodo 2015-2017 resterà esattamente uguale a quella che si prende adesso. Praticamente – aggiunge il responsabile dei settori pubblici per la Cgil – si sta dicendo che anche per il periodo 2015-2017 non ci saranno risorse per il rinnovo dei contratti e questo nemmeno Berlusconi era arrivato a dirlo”.
La seconda questione affrontata da Gentile è quella del progressivo indebolimento del fondo per la contrattazione decentrata. “Si ridurrà ogni anno di più, il che significa che nel giro di un po’ di anni questo fondo si azzererà – avverte l’esponente Cgil – il che significa che la contrattazione di secondo livello non avverrà nel sistema pubblico”.
Gli altri due punti dolenti sono il tfr, “ci sarà un ulteriore scaglionamento della corresponsione per chi andrà in pensione”, e l’ulteriore allungamento del blocco del turn over non più fino al 2016, ma al 2018. “Questa cosa – afferma ancora Gentile – significa che anche il decreto sui precari, che si sta discutendo proprio oggi alla Camera, avrà un ulteriore intralcio perché chiaramente si riducono i posti che sono resi disponibili per i tanti precari che lavorano nella p.a”.
Ma tradotto in euro – è la domanda di Radioarticolo1 – quanto costa questo blocco della contrattazione ai dipendenti pubblici? “Solo nel periodo 2011-2014 siamo intorno ai 4000 euro – risponde Gentile – insomma i lavoratori pubblici hanno contribuito pesantemente e continuano a farlo con questa legge di stabilità, se non cambierà. Mentre ci sono categorie che non hanno contribuito assolutamente a nulla a iniziare dagli evasori fiscali ma non solo o dalle pensioni d’oro o dalle altissime retribuzioni”.
Alla luce della legge di stabilità poi, sorgono dubbi anche sul decreto precari, inizialmente salutato in maniera positiva dalle organizzazioni sindacali. “Non siamo sicuri che i precari verranno stabilizzati, mentre alcuni altissimi dirigenti, grazie a questa norma, hanno la certezza di esserlo, nonostante pareri del Tar e del Consiglio di stato contro”. E poi – riprende Gentile – l’allungamento del blocco del turn over “riduce ancora di più la possibilità di stabilizzare e quindi rende ancora più forte la parola d’ordine che a questo punto abbiamo detto in esplicito come Cgil: innanzitutto vogliamo la proroga generalizzata per tutti i contratti in essere, perché soltanto con la proroga noi siamo in grado di programmare in un periodo più lungo di quello previsto, che è il 2015 o il 2016, la possibilità per questi lavoratori di fare i concorsi e quindi di poter entrare per via concorsuale nell’amministrazione pubblica garantendo i servizi che attualmente essi gestiscono”.
Sulle spalle dei dipendenti pubblici infine si è garantita anche l’invarianza del fondo sanitario: “Solo l’invarianza dell’indennità di vacanza contrattuale e la riduzione della contrattazione di secondo livello, pagata dai lavoratori pubblici, rende neutro l’intervento sul fondo sanitario nazionale – spiega ancora Gentile – perché nella legge finanziaria si dice che queste due operazioni valgono 540 milioni e il fondo sanitario nazionale, il concorso dello stato, viene ridotto di 540 milioni che pagano i lavoratori pubblici. Quindi i lavoratori pubblici contribuiscono con il loro sacrificio all’invarianza del finanziamento del servizio sanitario nazionale. Se non ci fossero i lavoratori pubblici il finanziamento sul servizio sanitario nazionale si ridurrebbe”.
La prima risposta di Cgil, Cisl e Uil è arrivata con la proclamazione di 4 ore di sciopero generale: “Mi auguro che proprio per dare finalmente uno stop a questa deriva rigorista che attacca il lavoro, i lavoratori pubblici faranno la loro parte, partecipando alle manifestazioni e aderendo allo sciopero – conclude Gentile – Vorrei dire che la legge di stabilità se approvata, concluderà il suo iter prima di Natale, quindi è chiaro che le quattro ore di sciopero sono una risposta immediata, una risposta motivata, non una risposta immotivata e soprattutto considerando che queste politiche continuano dal 2011 anzi dal 2010, una risposta tutt’altro che precipitosa”.
(FONTE: www.rassegna.it)
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