Le retribuzioni dei manager della Pa saranno stabilite adottando un criterio ‘proporzionale’, che avranno come riferimento il trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione, e potranno oscillare dal 100% all’80% e 50%. Lo prevede un decreto del ministero dell’Economia, trasmesso alle commissioni parlamentari competenti, che applica la norma contenuta nel decreto legge salva Italia, del governo Monti. La norma, si ricorda nella relazione illustrativa che accompagna il provvedimento, si applica alle società non quotate, direttamente o indirettamente controllate dal Mef.
Mentre saranno escluse le società emittenti strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati e le loro controllate. Il tetto massimo, pari a 294.000 euro, sarà applicato all’amministratore delegato, ovvero al presidente della società, “qualora lo stesso sia l’unico componente del consiglio di amministrazione al quale sono state attribuite le deleghe”.
Il limite massimo indicato per ciascuna fascia, si spiega nella relazione, deve essere considerato “unicamente come importo massimo dei compensi e che gli stessi andranno determinati dal Consiglio di amministrazione sulla base delle deleghe effettivamente attribuite, sulla complessità dell’incarico, sulla reale consistenza della struttura societaria amministrata, nonché su altri criteri oggettivi”.
(FONTE: Adnkronos)
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