Per Giovanni Centrella, segretario dell’Ugl, la manovra varata dal governo è “completamente sbilanciata e colpisce le famiglie a reddito fisso”. Tra gli aspetti negativi, gli interventi sul pubblico impiego: “il decreto legge non solo estende lo stop fino a tutto il 2014 ma, aggiungendo un riferimento alla vacanza contrattuale 2015-2017, lascia presagire una ipotesi ancora più preoccupante, quella di un decennio di mancati rinnovi dei contratti del pubblico impiego. Una situazione intollerabile, perché comporta una sensibile perdita di potere d’acquisto, assolutamente non compensata dagli ipotetici miglioramenti economici che potrebbero arrivare da una quota parte dei risparmi nelle amministrazioni. Il governo ha stimato un contributo ulteriore del pubblico impiego alla manovra pari a 1,11 miliardi di euro fra il 2013 e il 2015, rispetto a quanto già previsto dal decreto legge correttivo dei conti pubblici dello scorso anno”. Altra misura che andrà ad incidere pesantemente sulle tasche dei lavoratori, non solo pubblici ma anche privati riguarda “i tagli alle Regioni, alle Province autonome e alle Autonomie locali, che a regime complessivamente ammonteranno a 25,6 miliardi di euro”. Infine “vi sono, per l’ennesima volta, misure sulle pensioni. In particolare, la manovra di stabilizzazione finanziaria punta su tre aspetti principali: il progressivo innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel settore del lavoro privato; l’anticipazione del collegamento fra età pensionabile e speranza di vita; la rivalutazione degli assegni pensionistici”, oltre a provvedimenti relativi al contenzioso Inps, ai limiti alla reversibilità e ad una stretta sugli accertamenti ai fini della concessione degli assegni di invalidità. Per l’Ugl infine “in un’ottica di solidarietà è immaginabile un contributo da parte dei titolari di pensioni alte, ma sicuramente fra queste non possono essere considerate quelle inferiori ai 2mila euro lordi derivanti da lavoro dipendente”. Un altro aspetto “negativo, più sotto il profilo simbolico che pratico, è quello che porta all’aumento del contributo unico in caso di ricorso davanti al giudice anche su materie del lavoro e previdenziali, nonché per i cittadini immigrati per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza, residenza o permesso di soggiorno”.
(FONTE: ilpersonale.go-vip.net)
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