Lavoro pubblico e spending review. Sindacati: basta fughe in avanti

22 Giugno 2012
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“È divenuto intollerabile questo clima di incertezza, condizionato da costanti indiscrezioni giornalistiche e fughe in avanti sul tema della spending review e della riforma della pubblica amministrazione, che negano i contenuti dell’intesa faticosamente raggiunta da governo, sindacati ed enti locali. Il governo risponda celermente alla richiesta di incontro di Cgil, Cisl e Uil, e si confronti con le organizzazioni dei lavoratori per evitare ulteriori gravi errori di sottovalutazione”. Così si legge in una nota congiunta di Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili, rispettivamente segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa.

I tre sindacalisti lanciano poi un ultimatum al governo: “Ci sia un confronto vero e la si smetta di inquinare il clima sociale con le solite, stantie campagne contro il lavoro pubblico. La necessaria riorganizzazione non può tradursi nell’ennesima serie di tagli lineari o in riforme pressappochiste come quella delle Agenzie fiscali, una battuta d’arresto nella lotta all’evasione fiscale, elemento che credevamo essere un punto qualificante dell’azione del governo Monti”.

“Allo stesso modo – prosegue la nota – è inaccettabile dover tornare a confrontarsi con le iniziative di propaganda, come l’ultima sortita del ministro Patroni Griffi sul divieto alle chiamate interurbane o ai dispositivi mobili. I veri risparmi si possono ottenere con un piano di modernizzazione che investa nella banda larga e utilizzi le nuove tecnologie per comunicare gratuitamente”.

“Non accettiamo – concludono i quattro segretari generali – che una riforma debba tradursi in una riduzione dello spazio pubblico e non in un ridisegno della Pa e dei singoli enti in grado di ottimizzare i costi, mantenendo l’offerta di servizi senza colpire i lavoratori e senza additarli come la causa del nostro declino. Se il governo intende davvero riformare gli apparati pubblici per agevolare la ripresa e modernizzare il paese, troverà la nostra collaborazione. In caso contrario troverà la nostra ferma opposizione e la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici”.

(FONTE: www.rassegna.it)

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