La singola condotta vessatoria perpetuata ai danni del dipendente è incapace di configurare il fenomeno del mobbing, anche nei casi in cui, singolarmente, possa assumere rilevanza ai fini del risarcimento del danno.
Così, la dequalificazione può sfociare nel mobbing quando è funzionale a determinare l’emarginazione lavorativa. In tale caso, la dequalificazione deve inserirsi nell’ambito di una strategia unitaria persecutoria, che non si sostanzia in singoli atti da ricondurre nell’ordinaria dinamica del rapporto di lavoro, come i normali conflitti interpersonali nell’ambiente lavorativo, causati da antipatia, sfiducia, scarsa stima professionale, ma che non sono caratterizzati dalla volontà di emarginare il lavoratore.
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