Battaglia punta l’indice soprattutto contro i tagli lineari “un boomerang – dice- che ha portato più danni che risultati”. Ma anche, aggiunge, “nulla, o quasi nulla, è stato fatto per sradicare il vero male del mondo pubblico, costituito dagli sprechi, dalla proliferazione delle poltrone, dagli appalti, dalle esternalizzazioni pilotate, dalle consulenze inutili, dai super stipendi ingiustificati sforbiciati solo di poco”.
“In questa cornice – spiega il sindacalista – la Confsal-Unsa ha due priorità fondamentali di intervento: la lotta per il salario e a quella per il lavoro”. “Nella manovra di Natale, che contiene molti regali che avremmo voluto evitare e consegnare magari a chi ha più risorse di noi, c’è l’art. 23-ter, il quale autorizza il governo a fissare gli stipendi di ogni lavoratore pubblico con decreto del presidente del consiglio dei ministri. La interpreto -conclude- come una strada che la classe politica si è preparata per sforbiciare i salari dei dipendenti pubblici qualora la situazione finanziaria del paese dovesse peggiorare in virtù di nuovi attacchi speculativi”.
(FONTE: ilpersonale.go-vip.net)
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