La situazione complessiva del “Sistema Italia”, che certamente richiedeva una serie di interventi strutturali per poter sopravvivere a una crisi rivelatasi nel tempo sempre più globale e trasversale, è stata oggetto di numerose manovre, definite più volte “di emergenza” e che hanno visto la paternità di due Governi.
In una di queste, il d.l. 13 Agosto 2011, n. 138, si è affrontata la riforma della tassazione dei redditi di natura finanziaria che, a partire dal 1° gennaio 2012, ha comportato la maggiorazione dell’aliquota di riferimento, che è passata dal 12,5% al 20%.
Con questa previsione legislativa, si è accentuata la convenienza (anche a livello di tassazione) delle iscrizioni alla diverse forme della previdenza complementare Fondi pensione (negoziali o aperti) e piani pensionistici individuali (PIP), i cui rendimenti da accumulo di capitale continuano a essere sottoposti a un’aliquota pari all’11%.
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