Microspie, mobbing e trasferimenti: Bresso, giallo in consiglio comunale

Inchieste incrociate dei militari al Municipio di Bresso. Il dipendente accusato di spionaggio ha denunciato per mobbing due dirigenti: quello spiato e un altro appena trasferito

Marcello Serra 1 Febbraio 2014
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Una microspia nascosta sotto una scrivania. Un dipendente forse un po’ troppo «impiccione» oppure ferito dai suoi superiori e pronto a vendicarsi con ogni mezzo. Un caso di mobbing. E per finire il trasferimento di un dirigenteche dopo decenni di carriera in città sceglie di andare a lavorare altrove.

Ci sono tutti gli ingredienti per un giallo a sfondo politico nella vicenda giudiziaria che dal 2011 sta interessando il Comune di Bresso. Compreso l’ingrediente principale: il segreto, custodito con attenzione per quasi tre anni, a far crescere l’idea che dietro a questi scandali si celino chissà quali fatti inconfessabili.

Ora il segreto è venuto alla luce in consiglio. A svelarlo, se pure in modo ancora parziale, è stato il consigliere comunale del Pdl Maurizio Pagano che l’altra sera ha chiesto lumi al sindaco, senza per altro ottenere grande soddisfazione.

La storia è la seguente: nel 2011 nell’ufficio di un dirigente del settore Urbanistica venne rinvenuta una microspia. Un microfono pronto a registrare conversazioni e notizie provenienti da uno degli uffici più importanti e strategici. Immediatamente il dirigente aveva presentato una denuncia ai carabinieri, dando il via a un’inchiesta che è rimasta riservatissima per oltre due anni. Solamente l’allora sindaco Fortunato Zinni e alcuni componenti della sua giunta ne erano al corrente. I carabinieri sarebbero riusciti a individuare come possibile autore del gesto un dipendente dello stesso settore che ora è a processo.

Il condizionale è d’obbligo non solo perché l’estrema riservatezza fino a oggi non ha consentito di rendere pubblici i particolari, ma anche e soprattutto perché nel frattempo un’altra vicenda si è sovrapposta. Il dipendente accusato di spionaggio un anno più tardi ha presentato alla Guardia di finanza un esposto per denunciare un comportamento di mobbing nei suoi confronti da parte del dirigente che precedentemente era stato spiato e di un altro importante dirigente dell’ufficio tecnico, che oggi ha ottenuto il trasferimento altrove.

Anche in questo caso è partita un’inchiesta della Guardia di finanza, condotta nel più rigido segreto. Diversi dipendenti dell’ufficio tecnico sono stati sentiti dai militari. Decine di pratiche urbanistiche sarebbero state visionate. Insomma, un vero giallo dai contorni misteriosi e del quale nessuno intende parlare.

«Ho rispettato il silenzio fino a oggi e intendo continuare a farlo perché ritengo giusto che in una fase di indagine vi sia la massima serenità — ha spiegato il sindaco Ugo Vecchiarelli —. Io stesso sono stato informato della vicenda solamente dopo essere stato eletto a sindaco». Il dipendente accusato e accusatore è stato nel frattempo spostato dall’Ufficio tecnico, in attesa che si compiano i giudizi.

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