Si costituirà lunedì 6 maggio il Comitato referendario della Federazione Confsal-Unsa, volto a promuovere due referendum abrogativi di altrettante leggi che, sottolinea il sindacato, “stanno penalizzando in modo drammatico i lavoratori del pubblico impiego”. “Il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici, deciso da una legge dello Stato, sta strangolando interi nuclei famigliari dai redditi medio bassi, oramai divenuti insufficienti per far fronte a tasse, bollette e spese quotidiane, per generi alimentari, vestiario e costi scolastici”, afferma Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa.
“Inoltre, un’altra iniqua legge ha rideterminato i requisiti per il pensionamento, scippando letteralmente ai lavoratori, anche in prossimità della pensione, il diritto di accedere al regime pensionistico dopo i 40 anni di lavoro e regolare contribuzione”, avverte. “Contro tutto questo, che per noi rappresenta un vero e proprio abuso della legge, e contro la sordità della politica verso i lavoratori pubblici, che permettono ogni giorno al Paese di avere a disposizione uffici aperti che erogano servizi di ogni tipo, la Confsal-Unsa – sottolinea – sta da tempo promuovendo ogni azione legale, tra cui questo referendum, per poter sbloccare una situazione drammatica, che già è costata circa 6 mila euro in media per ogni dipendente a causa del blocco dei rinnovi contrattuali”.
“Ci auguriamo – conclude Battaglia – che ci vengano dei segnali positivi da questo governo, partendo in primis da una nuova modulazione della spesa pubblica che abolisca privilegi, spese, poltrone e enti inutili e capace di reintrodurre nel sistema del lavoro pubblico innanzitutto quelle risorse necessarie per gli stipendi dei lavoratori”.
(FONTE: Adnkronos)
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