Nuovo accesso civico: tante ancora le incertezze – Il Commento di S. Biancardi

Con il d.lgs. 97/2016 è stato introdotto nel nostro ordinamento un istituto giuridico destinato ad estendere l’ambito di operatività della trasparenza amministrativa attraverso una forma più estesa di accesso agli atti e ciò è avvenuto mediante l’inserimento nell’art. 5 del d.lgs. 33/2013 del noto istituto del FOIA (Freedom of information act).

14 Luglio 2016
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di S. Biancardi

Come è noto, con il d.lgs. 97/2016 è stato introdotto nel nostro ordinamento un istituto giuridico destinato ad estendere l’ambito di operatività della trasparenza amministrativa attraverso una forma più estesa di accesso agli atti (accesso civico) e ciò è avvenuto mediante l’inserimento nell’art. 5 del d.lgs. 33/2013 del noto istituto del FOIA (Freedom of information act).
Il nuovo istituto giuridico troverà applicazione tra 6 mesi, decorrenti dalla data di entrata in vigore del d.lgs. 97/2016, ovvero dal 23 giugno.

Va preliminarmente osservato che risulta, a parere di chi scrive, criticabile la scelta del legislatore di aver inserito detto istituto giuridico all’interno del testo dell’art. 5 del citato d.lgs. 33/2016, poiché tale articolo era già stato destinato, nella pregressa normativa, a disciplinare l’accesso civico agli atti (documenti e informazioni) per i quali sussiste l’obbligo di pubblicazione.
Ora, convivono all’interno del medesimo articolo due istituti giuridici profondamente diversi per quanto attiene i relativi presupposti, condizioni ed iter procedimentale.
Va infatti rammentato che l’accesso civico del pregresso art. 5 si riferisce, come già evidenziato, solo agli atti, documenti e informazioni per i quali vi sia l’obbligo di pubblicazione ai sensi del d.lgs. 33/2013, mentre il FOIA si riferisce a ciò che non è soggetto a tale vincolo normativo.

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La riforma della normativa sulla trasparenza, il D.Lgs. 33/2013 riscritto in parte dal D.Lgs. 97/2016, mira ad introdurre in Italia un vero e proprio Freedom of Information Act (FOIA), in analogia a quanto fatto nei Paesi del Nord Europa ed anglosassoni, richiedendo un profondo ripensamento delle modalità operative e mettendo la trasparenza dell’operato della pubblica amministrazione al centro della propria attività.

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