di R. Squeglia (ilpersonale.go-vip.net 24/4/2015)
La segnalata pronuncia della sezione lavoro della S.C. di Cassazione (5 gennaio 2015, n. 13) benché pronunciata con riguardo ad un dipendente di azienda privata, è significativamente rilevante anche per il precipuo ambito di interesse della presente rubrica, poiché afferma principi inerenti anche al procedimento disciplinare connesso a procedimento penale nel pubblico impiego privatizzato.
Nella fattispecie sottoposta al vaglio della S.C. di Cassazione, è controversa la legittimità del licenziamento irrogato in danno di un supervisore di linea di produzione in un’azienda che opera nel campo dell’elettronica accusato, in sede penale, di furto di beni aziendali.
La Corte d’Appello di Roma, riformando la sentenza di prime cure che aveva dichiarato inizialmente la legittimità del licenziamento, si pronuncia in favore del lavoratore, concludendo per la illegittimità dell’irrogata sanzione espulsiva, valorizzando il dato dell’assoluzione, in sede penale, del dipendente incolpato dall’accusa di furto aggravato di beni di proprietà aziendale.
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