Al via «Perseo», il nuovo fondo pensione per i lavoratori della Sanità ed enti locali

Marcello Serra 24 Novembre 2011
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Anche per i lavoratori della sanità, delle Regioni e degli enti locali sarà finalmente possibile accedere al fondo pensione di categoria: la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) infatti ha autorizzato all’esercizio dell’attività «Perseo», fondo del comparto che interessa circa 1,2 milioni di lavoratori pubblici di queste tre comparti.

Chi può aderire a Perseo
Dopo Espero il fondo dei dipendenti della scuola (attivo da alcuni anni con circa 97.000 iscritti su una platea di circa un milione di lavoratori) Perseo è il secondo fondo pensione nazionale, destinato ai lavoratori del pubblico impiego a diventare operativo. Al nuovo fondo potranno aderire anche i Segretari comunali e, con la sottoscrizione dei relativi accordi di adesione, i dipendenti privati delle organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo istitutivo, il personale di enti e organizzazioni regionali e interregionali, i dipendenti di case di cura private e il personale di strutture ospedaliere gestite da enti religiosi e di imprese private che offrono servizi socio sanitari. Gli aderenti possono iscrivere al fondo pensione anche i familiari fiscalmente a carico.

Il contributo
Il contributo a carico delle rispettive amministrazioni è pari all’1% della retribuzione utile per il calcolo del trattamento di fine rapporto (Tfr) al quale si aggiunge un contributo minimo di pari importo a carico del lavoratore, che può, se vuole, versare un contributo aggiuntivo. Oltre a tali contributi è prevista la destinazione al Fondo pensione del Tfr e, per i lavoratori già in servizio al 1° gennaio 2001, di una ulteriore quota figurativa pari all’1,5% del contributo di riferimento per il calcolo dell’Indennità del premio di servizio (Ips). Con riguardo al Tfr – spiega la Covip – i lavoratori assunti presso l’Amministrazione pubblica dal 1° gennaio 2001 verseranno l’intera quota maturata nell’anno, mentre quelli assunti precedentemente dovranno versare il 2% della retribuzione utile al calcolo del Tfr.

Il meccanismo
Come per tutti i fondi pensione del pubblico impiego – ricorda ancora Covip – sia le quote del TFR sia la quota aggiuntiva dell’1,5% non vengono versate effettivamente al Fondo pensione ma sono accantonate figurativamente presso l’ente di previdenza dei dipendenti pubblici (Inpdap). L’ente le contabilizza e le rivaluta inizialmente con un tasso pari alla media dei rendimenti ottenuti da un “paniere” di fondi pensione dotati di un’ampia base associativa e, una volta perfezionata la gestione finanziaria del fondo, in misura pari al rendimento effettivo realizzato dal fondo stesso. Solo al momento della cessazione del rapporto di lavoro, l’Inpdap verserà al Fondo pensione l’importo accumulato che, insieme ai contributi reali e ai relativi rendimenti, costituirà la complessiva posizione individuale.

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