Anticorruzione, altolà del Pdl

Giustizia. Irritazione di Berlusconi per l’iniziativa della Severino di presentare la sua proposta ai partiti

Marcello Serra 28 Marzo 2012
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Un vero e proprio altolà. Il Pdl non ha gradito «il metodo» Monti-Severino sulla giustizia, l’appuntamento di venerdì con tutti i capigruppo della maggioranza per scoprire le carte su intercettazioni, responsabilità civile e soprattutto anticorruzione. Prima di sedersi a un tavolo politico per discutere le proposte del governo, Silvio Berlusconi vuole leggere i testi, vedere le carte, dire la sua finanche sui punti e sulle virgole, sulle “e” e sulle “o” perché – come non si stanca di ripetere il suo avvocato, l’onorevole Niccolò Ghedini – «a seconda di come scrivi, cambia il mondo». E allora non c’è summit internazionale che tenga: il presidente del Consiglio, a Seul, è costretto ad allontanarsi proprio mentre parla il presidente americano Barack Obama (perdendosi, tra l’altro, una citazione del suo discorso) per rispondere alla telefonata del capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, tentando di evitare che salti un’altra volta il tavolo. Come già in occasione del vertice di palazzo Chigi, due settimane fa, ABC erano stati contattati e Alfano, ancora una volta, non aveva obiettato nulla sul metodo. Tanto meno Cicchitto. Ma tant’è. Alla notizia che sull’anticorruzione il ministro della Giustizia avrebbe portato una bozza di proposta, senza averla preventivamente sottoposta al placet di Ghedini, Berlusconi ha ordinato l’altolà e ha preteso, di fatto, un piccolo passo indietro. Venerdì si discuterà, sì, ma dei «principi» della riforma della corruzione, senza dettagli su temi scabrosi. Come la modifica del reato di concussione (prevista), chiesta a gran voce dal Pdl che può contare su due sponde: gli emendamenti di Pd e Idv nonché il Rapporto del Greco (Gruppo di Stati contro la corruzione istituito nell’ambito del Consiglio d’Europa) appena approvato e in corso di pubblicazione. Questione politica cruciale, la concussione, per le ricadute sui processi in corso. «Marginale» rispetto al problema della corruzione, ha fatto notare ieri alla Camera il pm di Milano Francesco Greco, secondo cui «bisognerà comunque vedere come sarà articolata». «Se si fa una grande riforma sulla corruzione – ha aggiunto – ci sta anche l’abolizione della concussione, altrimenti bisogna puntare su punti nevralgici del problema, che non sono costituiti dalla concussione».
Nei giorni scorsi, la Severino aveva spiegato ai capigruppo che nell’incontro di venerdì avrebbe anticipato le sue proposte, ma, mentre su intercettazioni e responsabilità civile si sarebbe limitata ai principi, sull’anticorruzione avrebbe illustrato una sua prima bozza, su cui attendeva controproposte. La bozza-Severino era già una mediazione tra le posizioni di Pd e Terzo Polo testimoniate dagli emendamenti presentati e quelle che il Pdl aveva segnalato al ministro sia nei contatti con Ghedini sia negli interventi parlamentari sulla Convenzione di Strasburgo. In particolare sul nodo-concussione. Su cui, peraltro, Alfano aveva rinviato all’emendamento del Pd. Al governo era stato dunque delegato il compito di fare una proposta, anche se nella logica del Pdl il testo avrebbe dovuto passare prima attraverso “incontri bilaterali” e solo successivamente si sarebbe potuto ragionare in termini di accordo politico.
La Severino non ha ritenuto di seguire questa strada ma, piuttosto, di sottoporre la sua proposta di mediazione ai capigruppo, venerdì, e di discuterne in modo trasparente e collegiale. La decisione ha spiazzato il Pdl, che ora rivendica il diritto di confrontarsi a tu per tu con il ministro, in base alle proprie proposte. Una questione di «metodo» insiste a dire Ghedini, anche al ministro. Così, per non far saltare il tavolo, venerdì si discuterà sì di una proposta, ma «per principi». Nessun testo, salvo delle schede. Per avere un articolato si aspetterà l’incontro successivo, in cui prenderanno forma anche le proposte sulle intercettazioni e sulla responsabilità civile. Così, ognuno potrà dire di aver dovuto rinunciare a qualcosa per ottenere qualcos’altro. Come diceva ieri Pierferdinando Casini: «Se si affrontano tutte le questioni sul tavolo, è possibile raggiungere un’intesa».

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