Il Consiglio dei ministri ha approvato gli ultimi decreti attuativi del Jobs act, dando per questi due dlgs l’ultimo sì, mentre per i restanti quattro un primo ok. Tra questi, il riordino degli ammortizzatori sociali con la stretta per la cig, la cui durata massima viene fissata a 24 mesi, che possono salire a 36 mesi se “abbinata” ai contratti di solidarietà. E, ancora, l’istituzione dell’Agenzia dell’ispettorato del lavoro e dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, oltre al capitolo semplificazioni di procedure e adempimenti.
La delega sul lavoro è stata così completata, ad eccezione del salario minimo: «l’unico argomento di delega che non è stato affrontato», ha affermato il ministro, Giuliano Poletti. «In un anno tutti i decreti delega del Jobs act sono stati realizzati, abbiamo esaurito il lavoro sulla riforma del mercato lavoro in modo efficace e rapido», ha sottolineato il ministro delle riforme, Maria Elena Boschi.
Mentre gli ultimi dati sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro segnalano come ad aprile il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro in tutti i settori è stato pari a 912.764, a fronte di 700.602 cessazioni, con un saldo di oltre 212.000 contratti.
Ecco allora le linee che caratterizzano ciascuno dei decreti.
– CONCILIAZIONE TEMPI VITA E LAVORO, PIÙ TEMPO PER CONGEDO. Il decreto, manca solo l’ok definitivo, allunga il tempo per fruire del congedo parentale facoltativo portandolo da 3 a 6 anni e da 8 a 12 anni di età del bambino rispettivamente per quello retribuito al 30% e per quello non retribuito, la cui durata resta comunque di 6 mesi. Inoltre si riduce da quindici a cinque giorni il periodo di preavviso al datore di lavoro. In arrivo anche la possibilità di trasformare il congedo parentale in part-time al 50%.
– RIVOLUZIONE CIG. Un nuovo tetto per la durata massima della cassa integrazione guadagni (24 mesi ma in un `quinquennio mobile´), con contributi proporzionati all’utilizzo della cig, quindi più alti per le imprese che la usano di più, insieme ad una riduzione per tutte dell’aliquota ordinaria versata mensilmente. Un premio, in termini di mesi di cig in più, per le imprese che ricorrono alla solidarietà. In un meccanismo di bonus-malus. Estensione, attraverso un contributo ad hoc, della cassa anche alle Pmi (oltre 5 dipendenti), finora tutelate attraverso la cassa in deroga a carico della fiscalità generale.
– AGENZIA UNICA PER LE ISPEZIONI DEL LAVORO. Il nuovo organismo integrerà i servizi ispettivi di ministero del Lavoro, Inps e Inail. Si razionalizzera’ la rete presente sul territorio e ciò determinerà anche dei movimenti a livello di personale. L’operazione dovrebbe anche portare a dei risparmi in termini di spesa pubblica.
– AGENZIA NAZIONALE OCCUPAZIONE. Istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione, partecipata da Stato, regioni e province autonome, vigilata dal ministero del Lavoro. Si prevede anche il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali dell’azione della nuova Agenzia, che avrà competenze gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e Aspi.
– SEMPLIFICAZIONI E CONTROLLI A DISTANZA. Razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti burocratici in materia di lavoro, con particolare riguardo alle dimissioni in bianco e al Durc. Il tutto passando anche per i canali digitali, che avranno spazio anche in tema di controlli a distanza (a proposito si parla della possibilità per i datori di lavoro di sorvegliare sull’utilizzo di dispositivi tecnologici, come tablet e smartphone, a disposizione dei dipendenti).
– RIORDINO FORME CONTRATTUALI, ADDIO A CO.CO.PRO DAL 2016. Anche in questo caso serve solo il lascia passare del Cdm. Si prevede il superamento dei contratti di collaborazione a progetto dal 2016 e dell’associazione in partecipazione. Si punta sul lavoro subordinato Per i voucher il tetto annuo passa da 5.000 a 7.000 euro. Riguardo alle mansioni, si prevede che, nei casi di ristrutturazione o riorganizzazione l’impresa potrà modificare le mansioni del lavoratore anche sul livello di inquadramento inferiore, senza modificare il trattamento economico, fatta eccezione per quello accessorio.
“205 MILIONI PER RICOSTRUZIONE E MESSA IN SICUREZZA DELLA LOMBARDIA”
Il Cdm ha stanziato «risorse per 205 milioni per procedere in Lombardia, in seguito agli eventi calamitosi del 2012, alla ricostruzione, ristrutturazione e messa in sicurezza»: Lo ha detto il ministro delle Riforma Maria Elena Boschi. «Si tratta di norme fortemente volute dal governo dopo un impegno preso dal presidente Renzi a Mantova, attese dal 2012 e fortemente volute dai cittadini della Lombardia e di Mantova: il governo ha rispetto gli impegni», ha sottolineato la Boschi spiegando che il Cdm ha anche previsto la creazione di «zone franche urbane» con esenzioni fiscali per due anni in Emilia Romagna e dato il via libera a una serie di norme sulla trasparenza per la ricostruzione dell’Aquila.
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