Anche l’attuale ministro Patroni Griffi – già Capo di Gabinetto del ministero per le riforme della pubblica amministrazione e l’innovazione con il precedente ministro – è determinato a iniettare efficienza nel sistema delle auto pubbliche, come ha recentemente dichiarato.
«In un momento di grandi sacrifici per decine di milioni di cittadini italiani ed europei, riteniamo di integrare ulteriormente le già rigide previsioni normative di riduzione di utilizzo di auto blu da parte delle amministrazioni pubbliche, prevedendo ulteriori azioni e, se necessario, disposizioni per accertare che le riduzioni previste si traducano in effettivo risparmio permanente e contributo al risanamento dei conti pubblici.
Sulla trasparenza in tema di uso di auto pubbliche l’Italia può diventare un esempio virtuoso per tutta l’Unione europea, dove raramente esiste un monitoraggio continuo e così dettagliato».
Il monitoraggio cui il ministro fa riferimento è il censimento prodotto dal Formez e ormai giunto alla conclusione, dopo oltre due anni lavoro intenso e certosino, grazie al quale oggi il nostro Paese può vantare una trasparenza nel settore delle auto pubbliche da far invidia agli altri partner europei, come conferma il presidente del Formez, Carlo Flamment: «Tengo a precisare che oggi abbiamo il numero reale delle auto e siamo in testa nella Ue come trasparenza in questo settore».
Le auto pubbliche, chiarisce Flamment, sono 64.524, di cui 10.634 “blu” e 53.890 “grigie”.
Le auto blu sono tutte le autovetture assegnate – ad uso esclusivo o non esclusivo -, le autovetture a disposizione di uffici/servizi con autista dedicato e la parte di autovetture a disposizione di uffici/servizi con uso eventuale di autista, se di cilindrata superiore a 1600 cc.
In pratica, le auto di rappresentanza utilizzate dai vertici delle istituzioni e delle amministrazioni.
Ovviamente, sono escluse le autovetture adibite ai servizi di tutela dell’ordine e della salute pubblica, della sicurezza stradale e militare, ai servizi ispettivi relativi a funzioni fiscali e contributive e le autovetture adibite a funzioni di pubblica sicurezza.
Le auto “grigie” invece sono le auto operative, non assegnate, usate per molteplici servizi (tipo Asl, che fanno ispezioni sull’inquinamento, interventi di medicina legale, controllo del territorio).
Colore a parte, la segmentazione più interessante è forse quella che riflette la territorialità delle amministrazioni.Cinquantanovemila fanno capo alle amministrazioni locali, soprattutto le Asl (18.426) e i Comuni (27.542), poi, a seguire, le Regioni, le Province e le altre istituzioni locali.
L’amministrazione centrale ne detiene 5.500, comprese quelle degli organi costituzionali (presidenza della Repubblica, Camera, Senato e Corte costituzionale) e quelle della Difesa (con targa Esercito italiano, Aeronautica militare, Marina militare), ma esclusivamente afferenti all’Area tecnico amministrativa.
Quelle per gli usi militari, infatti, sono escluse.
Adesso che il numero delle auto è noto, così come la loro allocazione, è possibile intervenire per ottimizzare la spesa ed eliminare gli sprechi.
«Il totale delle auto risulta in diminuzione di circa il 10% sul 2010 – precisa Flamment – con una riduzione più accentuata sulle auto blu (13%), ma riteniamo sia possibile effettuare ulteriori riduzioni consistenti, nel numero e nei costi, perché la mappa che emerge è a macchia di leopardo: alcune amministrazioni hanno fatto riduzioni consistenti in pochi anni, hanno cambiato il tipo di approccio, usato il noleggio, impiegato minori autovetture, che consumano meno.
Certo, in alcuni casi ridurre i costi e il numero delle auto può essere controproducente: se ad esempio una Asl taglia ma poi non fa i servizi di assistenza domiciliare sociale non sta aiutando la comunità.
Ci deve essere anche lì efficienza e risparmio, ma non la riduzione a tutti i costi come obiettivo.
Invece, sulle auto blu abbiamo un obiettivo di riduzione sia del numero che del costo».
Su una spesa di circa 1.750 milioni di euro all’anno, l’obiettivo è di risparmiarne oltre 300, di cui l’80% sulle auto delle amministrazioni locali.
In realtà, ridurre per forza il numero delle auto blu potrebbe anche essere controproducente, sul lato dei costi.
Dopotutto le flotte aziendali sono nate proprio per contenere i costi della mobilità delle persone.
Ad esempio, se si eliminano 2mila auto blu e poi quegli alti dirigenti per spostarsi per lavoro usano il taxi o l’auto propria con una nota spese, magari rischiamo un’emorragia diversa.
Ma l’orientamento sembra quello di mandare comunque un messaggio forte ai cittadini.
Sempre secondo Flamment, «dobbiamo arrivare al limite dell’inefficienza per riconquistare la fiducia delle persone; questo vale di più del costo aggiuntivo derivante dal fatto che se rinuncio all’auto blu la mobilità costa di più.
La macchina ha un impatto visibile e siccome ci sono stati abusi, è giusto procedere in direzione di una ossessiva riduzione del numero delle auto».
Comunque, intervenire si può, visto che il parco auto della pubblica amministrazione è molto obsoleto: il 27% sono auto con più di 11 anni, un terzo è compreso tra il 2001 e il 2006 e solo il 40% è immatricolato dal 2007 in poi.
L’80% di questo parco è di proprietà della Pa mentre nel resto dei casi si tratta di noleggio e leasing.
Proprio sul noleggio si intende puntare per il rinnovamento, visto che garantisce costi certi a fronte di un canone mensile, senza nessuna spesa capitale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro Patroni Griffi
«Riteniamo necessario integrare
ulteriormente le già rigide
previsioni normative sulla riduzione
di utilizzo di auto blu da parte delle amministrazioni pubbliche» La rilevazione Comparti Auto stimate Asl 18.426 Autorità territoriali e portuali 154 Camere di commercio 112 Comuni 21.933 Comuni capoluogo 5.609 Comunità montane 1.402 Consorzi e unioni tra enti locali 2.453 Enti regionali 2.157 Province 4.184 Regioni e province autonome 2.594 Totale Pa locale 59.022 Enti pubblici 941 Enti ricerca 536 Pa centrale 2.976 Università pubbliche 1.049 Totale Pa centrale 5.502 Totale auto Pa 64.524 Fonte: Formez
Per la Giunta, Milano sceglie utilitarie e car sharing
In garage
Tra il 2009 e il 2011 il numero di mezzi a disposizione dell’ente è calato di 100 unità
Nei garage di Palazzo Marino di auto blu non c’è più traccia.
Il Comune di Milano ha deciso di sostituirle tutte con delle utilitarie.
E di razionalizzare il parco auto eliminando progressivamente le vetture in disuso e non rinnovando i contratti di noleggio a lungo termine.
Le auto della flotta, 261 nel 2009, a fine 2011 si erano ridotte a 152.
Una razionalizzazione che ha portato a una riduzione dei costi già l’anno scorso, con un risparmio per le casse comunali di quasi 150mila euro (-24%) rispetto al 2010 e di oltre 160mila euro rispetto al 2009.
Ora la nuova flotta comunale comprende 113 veicoli più 4 furgoncini.
Oltre alle 65 vetture (tutte Fiat Panda e Grande Punto) assegnate ai settori tecnici, a servizio degli assessorati ci sono 48 Grande Punto con autista, disponibili mediante car sharing interno.
La logica di gestione è semplice: l’auto si utilizza solo se necessaria.
«Oggi nessuna auto è affidata in esclusiva, ma tutte le vetture sono state messe a sistema e sono disponibili su prenotazione» spiega Sergio Mancuso, vice direttore generale del Comune di Milano, che aggiunge: «Anche i funzionari, se per necessità di servizio devono trasferirsi, si mettono d’accordo e, se possibile, utilizzano un’unica auto in condivisione».
Quest’operazione però, ci tiene a precisare Mancuso, non ha portato a una riduzione del personale: «Gli autisti sono rimasti tutti, abbiamo però cercato di riqualificare il loro lavoro».
Insomma, non più un driver a completa disposizione tutto il giorno di un singolo, ma di una comunità.
Qualora non ci fossero vetture disponibili, poi, Palazzo Marino ha pensato a un’altra soluzione: per i settori comunali che ne fanno richiesta sono disponibili tessere del car sharing esterno GuidaMi gestito da Atm, azienda del trasporto pubblico milanese.
Le nuove auto blu del Comune, dunque, sono tutte utilitarie e la maggior parte a metano.
Progressivamente saranno convertite a Gpl ma, spiega Mancuso, «non abbiamo in previsione grossi investimenti», l’obiettivo principale è contenere i costi.
Anche per questo non ci sono veicoli elettrici: «È un mercato con costi ancora elevati e la rete infrastrutturale per le ricariche è ancora in fase di sviluppo».
C.L.V.
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COMUNE
152
La Giustizia rinuncia a 325 mezzi in 12 mesi
Blocco degli acquisti
Il dicastero ha avviato un piano di riduzione dei veicoli in uso agli uffici territoriali
Blocco degli acquisti, nessun rinnovo dei contratti a lungo termine e tagli agli sprechi.
È cominciato dalle auto blu il processo di contenimento della spesa al ministero della Giustizia.
Una realtà articolata e con esigenze stringenti di servizio che, però, in appena un anno è riuscita a compiere un miracolo: ridurre il parco vetture di circa 325 unità.
Solo il dipartimento di amministrazione giudiziaria conta 2.300 uffici in 3mila edifici su tutto il territorio nazionale e gli spostamenti interni sono quotidiani.
Su quelli è difficile risparmiare, soprattutto per un ministero così articolato, ma una nuova strategia si è rivelata vincente: basta vetture di rappresentanza e graduale spostamento sul segmento delle utilitarie.
«Nel biennio 2010-11 non abbiamo acquistato auto di cilindrata superiore ai 1.400 centimetri cubi, abbiamo dismesso tutte le vetture con troppi costi di mantenimento e abbiamo avviato un programma informatico centralizzato per la gestione delle auto» precisa Luigi Birritteri, capo dipartimento dell’amministrazione giudiziaria.
Oggi sono disponibili solo 5 auto blu – vetture di sicurezza a uso esclusivo del ministro – e 865 auto grigie, cioè le auto di servizio (nel 2010 erano 963), che comprendono anche 31 furgoncini per il trasporto di posta e documenti.
I risultati sono importanti: «I costi di gestione del parco auto sono passati dai quasi 5 milioni di euro del 2009 a poco più di 3 milioni nel 2011» spiega Birritteri.
Stessa filosofia per l’amministrazione penitenziaria.
«Oltre al taglio di noleggi e nuovi acquisti abbiamo ridotto all’essenziale le vetture di riserva e demolito molti mezzi obsoleti» ha spiegato il capo dipartimento Giovanni Tamburino.
Sono 3.566 le auto sparse in tutta Italia: il 95% viene utilizzato per il trasporto di detenuti tra gli istituti e per le udienze.
I numeri, comunque, cambiano da provveditorato a provveditorato.
«A Palermo, il più grande, i veicoli con targa polizia penitenziaria sono 374, a Potenza solo 50», precisa Tamburino.
Progressivamente ridotta la cilindrata dei veicoli: oggi sono solo 36 le auto sopra i 2mila cc: sulle 15 con noleggio a lungo termine non verrà rinnovato il contratto e per le 21 di proprietà si sta valutando l’ipotesi di sostituirle con utilitarie.
C.L.V.
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MINISTERO
325
L’Umbria virtuosa dimezza la sua flotta entro l’anno
Obiettivo 2013
Il governo regionale punta a ridurre entro l’anno prossimo
i mezzi in uso
Ha già pronto un piano di razionalizzazione che entro il 2013 punta a ridurre sensibilmente le vetture di proprietà e trovare soluzioni alternative per la mobilità.
Se si parla di auto, la Regione Umbria è la più virtuosa d’Italia: in appena due anni è riuscita a dimezzare la sua flotta.
Nel 2010 era composta da 94 veicoli, 79 di proprietà e 15 a noleggio.
Entro la fine del 2012 saranno 51, i noleggi passeranno a 9 e le auto di proprietà a 42.
«La riduzione del parco auto ha portato con sé la necessità di una riorganizzazione interna» spiega Stefano Guerrini, dirigente del servizio Demanio, patrimonio prevenzione, protezione e logistica della Regione.
«L’utilizzo delle auto per missioni deve essere programmato in anticipo e la condivisione dei mezzi fra colleghi è diventata una pratica consolidata».
In Regione le vetture di rappresentanza, tutte con contratto di noleggio a 36 mesi e 150mila chilometri, sono a disposizione dei componenti della Giunta per finalità istituzionali.
Poi ci sono i veicoli di servizio (in parte a noleggio, in parte di proprietà) per la mobilità del personale e le auto a “guida libera” (quasi tutte Grande Punto e Panda) utilizzate dai dipendenti in missione sul territorio umbro.
Il downsizing è alla base della nuova gestione: le auto blu degli assessori, gli unici ad avere una vettura esclusiva con autista, stanno progressivamente passando da una cilindrata di 2mila centimetri cubi a 1.600, e, tramite l’adesione alle convenzioni Consip, la Regione sta dismettendo le vecchie Fiat Croma per sostituirle con delle Bravo.
L’amministrazione ha trovato, poi, un’altra soluzione per ottimizzare gli spostamenti: «Dal momento che la maggior parte delle trasferte vengono effettuate da e per Roma, abbiamo acquistato due Van 7 posti» spiega Guerrini.
La Regione ha istituito un servizio di navetta quotidiano con due partenze al mattino e due rientri al pomeriggio, mentre prima venivano utilizzate in media 5 o 6 macchine al giorno per coprire quel tragitto.
Per incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici, poi, è stato siglato un accordo con l’azienda di trasporto locale che permette ai dipendenti regionali di viaggiare a Perugia con un biglietto a prezzo ridotto.
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