Michele Gentile, responsabile Cgil del dipartimento Settori pubblici, si domanda infatti “che senso ha stabilire un regime ‘pensionistico’ meno penalizzante per alcune categorie di età e riservarlo in toto ai soli lavoratori dei settori privati? Così come che senso ha mantenere il pesantissimo salto di 5 anni, imposto dal duo Berlusconi-Brunetta per le lavoratrici dei settori pubblici a differenza di quanto, pur penalizzante, si fa per le lavoratrici del settore privato? E infine che senso ha aggiungere al danno la beffa rappresentata dall’ulteriore allungamento di un anno dell’età pensionabile per queste lavoratrici?”.
Per Gentile “si tratta di misure che debbono cambiare già con il prossimo decreto, così come deve cambiare quella incredibile e grave misura che, nata per imporre un tetto alle retribuzioni complessive delle alte cariche delle pubbliche amministrazioni (tetto di non meno di 300 mila euro annui), è divenuta invece uno strumento per rilegificare sulle retribuzioni di tutti i lavoratori pubblici e di deroghe senza numeri e senza tetti retributivi. Dagli autorevoli professori che governano il paese non ci si aspettava un errore del genere: porre rimedio anche qui con il prossimo decreto”, conclude Gentile.
(FONTE: ilpersonale.go-vip.net)
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