Il controllato che nomina il controllore. É la situazione in cui verrà a trovarsi Filippo Patroni Griffi, neo ministro della funzione pubblica, ex capo di gabinetto di Renato Brunetta, nominato da questi alla Civit, la commissione di vigilanza sulla trasparenza e la valutazione nella pubblica amministrazione.
Ora Patroni Griffi, magistrato dal vasto curriculum (capo dell’ufficio legislativo con Cassese, Frattini e Bassanini sempre alla Funzione pubblica, capo dipartimento Affari giuridici del governo Prodi), con gradimenti trasversali, dalla Cgil all’Agdp, l’associazione dei dirigenti pubblici, da ministro dovrà fare la proposta di nomina per la sua successione presso la commissione che ha lasciato, a cui spetta guidare e controllare la trasparenza e il merito anche del ministero della Funzione pubblica.
Ma la Civit in questi giorni ha vissuto con particolare coinvolgimento la formazione del nuovo governo. C’è il figlio del presidente della commissione, Antonio Martone, Michel Martone, docente di diritto del lavoro e già consulente di Brunetta, e da ieri viceministro al Lavoro. Ed è stata commissaria della Civit (poi dimessasi) Luisa Torchia, esperta di diritto amministrativo in lizza nei giorni scorsi per diventare a sua volta ministro. Insomma, la Civit, finita nel mirino delle critiche per l’entità delle sue attività, assai ridotte rispetto a quelle previste dalla Riforma Brunetta (sta aspettando che sia approvato il ddl sull’anticorruzione che le assegnerà qualche potere e responsabilità in più), si è mostrata una fucina ideale di ministri.
Alessandra Ricciardi
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