Consulta, nuova legnata a Renzi

La sentenza sul blocco dei contratti getta un’ombra anche sulla tenuta della riforma della scuola

Marcello Serra 24 Luglio 2015
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Se fuori casa c’è l’Europa, dentro c’è la Consulta. Per Renzi la politica di governo è diventata uno slalom tra divieti e bocciature. Ieri la Corte costituzionale ha assestato un altro colpo non da poco all’esecutivo, dopo quello sulla indicizzazione delle pensioni. È stato reso noto il dispositivo della sentenza che ha dichiarato incostituzionale il blocco dei contratti di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici: ad essere bocciata non è solo la politica di contenimento dei costi per i contratti dei travet, ma il rapporto stesso del governo con i sindacati. Per i giudici dell’alta corte il blocco ad libitum delle retribuzioni, unilateralmente deciso dal governo-datore di lavoro, è incostituzionale perché viola la libertà sindacale, nella sua «valenza individuale e collettiva», così come sancita dall’articolo 39 della Costituzione. Il ragionamento è che se esiste la libertà di associarsi dei lavoratori, questa ha senso e valore se poi le associazioni hanno un ruolo di interlocuzione con il governo nelle scelte che attengono alla disciplina normativa ed economica del rapporto di lavoro. Un ruolo che non può essere azzerato dal governo di turno. Una batosta per il premier Matteo Renzi che ha escluso i sindacati dalle partite più importanti della propria azione riformatrice. «Si avvii immediatamente la nuova stagione contrattuale riconoscendo la legittimità dell’autonomia della contrattazione», tuona Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil. Una partita, quella del rinnovo dei contratti pubblici, che vale da 1,6 miliardi a 3,5 miliardi di euro. Ma non è finita, ci sono pezzi di altre riforme che rischiano a questo punto di finire sotto la scure della Consulta. A partire dalla riforma della scuola. «La decisione che i premi per il merito, premi che sono salario accessorio, siano dati direttamente dai presidi ai prof», dice Francesco Scrima, segretario Cisl scuola, «bypassando la contrattazione, è incostituzionale, e lo faremo valere». Ma anche le scelte «sulla mobilità dei lavoratori, fatte in modo unilaterale con legge, alla luce della sentenza della Corte sono illegittime», aggiunge il numero uno della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. Il sindacato può tirare un sospiro di sollievo. La strada dei tribunali è aperta.

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