Costi politica, si dimette la Commissione

4 Aprile 2012
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Nel giorno della pubblicazione del suo rapporto, il presidente della Commissione sulle retribuzioni di parlamentari e amministratori pubblici, Enrico Giovannini, ha rimesso il proprio mandato al governo per l’impossibilità di raggiungere i risultati previsti. In particolare, hanno pesato i vincoli di legge e la difficoltà a reperire i dati necessari.

La pubblicazione dei dati sugli stipendi dei parlamentari, all’inizio di gennaio, aveva sollevato polemiche. Ora la Commissione avrebbe dovuto produrre quelli sui dirigenti della pubblica amministrazione.

A pochi minuti dalla diffusione del comunicato Palazzo Chigi ha fatto sapere che “proseguirà la propria azione nell’obiettivo di giungere ad una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazioni pubbliche”.

”Il governo – continua la nota – è consapevole della necessità di completare nel più breve tempo possibile il percorso avviato nel luglio 2011 e proseguito con l’attuazione delle norme contenute nel decreto Salva Italia per il contenimento delle retribuzioni dell’alta dirigenza nei limiti del tetto previsto”.

“Nessun provvedimento – si legge ancora – può essere assunto dalla Commissione per i fini previsti dalla legge”. La normativa prevedeva infatti di individuare un livello retributivo europeo, da porre come limite massimo agli stipendi italiani in organi ed enti dello Stato. Ma ciò, alla luce del lavoro effettuato dai professori della commissione presieduta da Enrico Giovannini, non si è rivelato possibile. “Alla luce dell’esperienza maturata e delle evidenti difficoltà incontrate nello svolgimento dei propri lavori, anche a causa della formulazione della normativa vigente, la commissione ritiene dunque doveroso rimettere il mandato ricevuto. Il presidente della commissione, indicato dalla legge nel presidente dell’Istat, rimane necessariamente in carica. Qualora il governo ritenesse che la commissione debba proseguire nei suoi lavori, lo si invita ad esprimere tempestivamente il proprio orientamento, anche procedendo ad una nuova nomina dei suoi membri”.

(FONTE: www.ilpersobnale.it)

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