Ultimo miglio per la riforma della Pubblica amministrazione, ormai alla terza lettura parlamentare. Da questo pomeriggio il ddl con «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche», incardinato nei lavori delle Camere a settembre 2014, è all’attenzione del Senato, che si appresta all’approvazione definitiva senza modifiche rispetto al testo uscito dalla Camera a metà luglio. Circa 200 gli emendamenti presentati in Aula, 100 in meno di quelli presentati in commissione. A fine giornata approvati i primi 11 articoli.
Renzi: via libera definitivo entro giovedì
Per il premier, che ne ha parlato oggi con i rappresentanti della comunità italiana nella residenza dell’ambasciatore a Tokyo nel corso della sua visita di Stato in Giappone, il via libera del Senato dovrebbe entro mercoledì, o «al massimo giovedì». La legge delega (che il governo dovrà esercitare nell’arco di 12 mesi) è composta da 23 articoli, che vanno dalla cittadinanza digitale all’accorpamento della Forestale, dal taglio delle prefetture a quello delle partecipate, passando per una stretta all’assenteismo nel pubblico impiego.
Madia: stop a sprechi e meno tasse per i cittadini
Parlando della riforma nel corso del suo intervento in Aula la ministra della Pa Maria Anna Madia si è soffermata sull’attuazione della delega, «il percorso più emozionante», che «cambierà la vita delle persone». Gli obiettivi del provvedimento, ha sintetizzato Madia, sono «uno stato all’altezza dei bisogni dei cittadini e delle imprese, una modernità al servizio della democrazia» e «l’impegno morale» a cancellare «qualunque spreco e inefficienza e quindi a diminuire le tasse ai cittadini».«Le risorse pubbliche sono le tasse che molti cittadini pagano percè è un dovere», ha ricordato la ministra che, in linea con il Piano fiscale annunciato dal premier, ha ribadito il dovere corrispondente per chi amministra:«Fare in modo che non ci sia un euro di quelle risorse che vada sprecato».
Candiani: vera riforma sarebbe sincolare Comuni da Patto di stabilità
Di parere opposto, dalle fila dell’opposizione, il senatore della Lega Nord, Paolo Arrigoni, che ha attaccato la riforma, «provvedimento pessimo e inefficace», e in particolare il meccanismo di rimborso dei debiti contratti dalla Pa: «Dove sono finite le decine di miliardi di euro promessi da Matteo Renzi per il pagamento delle aziende? È uno dei tanti fallimenti e delle promesse mancate di questo governo». La vera riforma della macchina statale, ha concluso, «sarebbe di svincolare i Comuni dal Patto di stabilità premiando i comuni virtuosi e sanzionando quelli amministrati male».
Via libera ai primi 11 articoli
In apertura di seduta, l’Assemblea ha approvato la richiesta di inversione dell’ordine del giorno avanzata dal Pd per dare precedenza alla riforma della Pa rispetto al decreto fallimenti, l’altro provvedimento in agenda, su cui è probabile che il governo chieda il voto di fiducia. Respinta invece, con una votazione per alzata di mano, la questione pregiudiziale di incostituzionalità presentata dall’opposizione. Poi i lavori sono proceduti velocemente, con il via libera, senza modifiche, ai primi 11 articoli della delega.
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