Dirigenti, guerra tra gli incaricati

Marcello Serra 1 Dicembre 2011
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Sulla dirigenza è guerra tra gli incaricati dell’Agenzia delle entrate. Il giorno dopo la decisione del consiglio di stato (si veda ItaliaOggi di ieri) che non ha riconosciuto l’immediata esecutività della sentenza di annullamento di 800 incarichi dirigenziali, sul campo della battaglia giuridica le due parti serrano le fila. Da un lato l’Agenzia delle entrate che nel suo ricorso in appello ha chiamato circa 400 incaricati ad adiuvandum, a sostegno cioè delle tesi dell’amministrazione finanziaria, dall’altra Dirpubblica che ha presentato il ricorso in primo grado (ottenendo dal Tar del Lazio la decisione del primo agosto di annullamento della nomina degli incaricati al posto dei dirigenti (sentenza 6684/11) ) forte dell’appoggio di circa 200 incaricati ad opponendum. Nella terra di mezzo altri duecento dipendenti circa che non hanno scelto nessuno dei campi e attendono gli esiti del giudizio di appello. Un giudizio che secondo le previsione di Giuseppe Barra, segretario di Dirpubblica, potrebbe essere anche molto lungo: “se ci fosse stata una pronuncia di riconoscimento dell’esecutività il merito sarebbe arrivato in tempi molto brevi ora in attesa della pronuncia del Consiglio di stato si va da un minimo di 45 giorni ad un massimo di due anni e non si puo’ ignorare che il consiglio di stato è intervenuto su una delibera scaduta al 31 dicembre 2010”, spiega Barra. Il segretario di Dirpubblica poi tiene a precisare che “noi non vogliamo scatenare nessuna guerra interna, o una guerra contro gli incaricati ma noi combattiamo con il ricorso che abbiamo presentato il sistema di nomina dei dirigenti che deve avvenire tramite concorso e non con il sistema degli incaricati”.

Sulla stessa linea Pietro Boiano di Dirstat: “il provvedimento emesso dal Consiglio di stato sospende gli effetti della sentenza del Tar del lazio. In attesa della decisione sul merito la Dirstat ribadisce la sua posizione significando che nella pa si accede solo mediante regolare procedura concorsuale e, pertanto, continuerà a battersi contro il dilagare degli incarichi dirigenziali denunciando l’illegalità in quanto fuori dal quadro normativo”.

Cristina Bartelli

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