Esuberi Pa, si stringe il cerchio sui tagli

Marcello Serra 2 Aprile 2013
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Tagli sempre più vicini per il pubblico impiego. Un altro passo è stato compiuto nei giorni scorsi con la registrazione da parte della Corte dei Conti del decreto sulle dotazioni organiche di 50 amministrazioni centrali, tra le quali 9 ministeri. Si tratta del primo dei tre Dpcm, il più corposo in termini di numeri, che attuano la spending review e che saranno oggetto di un esame congiunto governo-sindacati per l’organizzazione delle eccedenze ragionando su pensionamenti, prepensionamenti, mobilità. Un confronto atteso dopo che si è conclusa la definizione delle piante organiche da parte di ciascuna amministrazione con la comunicazione delle tabelle alla Funzione pubblica alcuni mesi fa. Il provvedimento serve ad attuare i tagli previsti dal governo, del 20% dei dirigenti e del 10% della spesa per il personale non dirigenziale. Il processo dovrebbe portare, in totale, tra dirigenti e personale non dirigente, a oltre 7.500 eccedenze, delle quali non tutte saranno esuberi veri e propri. Salvo proroghe, l’iter dovrebbe terminare entro luglio di quest’anno, una scadenza che potrebbe però slittare visti i ritardi con cui si sta procedendo e l’attuale incertezza politica. Le eccedenze previste da questo primo Dpcm comunque, ammontano a poco più di 4.000 impiegati (non dirigenti), 4.028 stando ai calcoli della Funzione pubblica. Per i dirigenti di prima e seconda fascia il calcolo è un pò più complicato, nei ministeri le eccedenze dovrebbero essere 235 ma ci sono anche i posti a chiamata diretta. Insomma, si va a ridefinire un universo pubblico abbastanza vasto che comprende i ministeri Difesa, Sviluppo economico, Agricoltura, Ambiente, Infrastrutture, Lavoro, Istruzione, Beni Culuturali e Salute. Restano esclusi ancora i ministeri dell’Interno, degli Affari esteri, del Tesoro e la Presidenza del Consiglio.

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