La riforma del lavoro è attesa la settimana prossima dal voto di fiducia in Senato. L´articolo 2 delega Patroni Griffi ad estendere le norme, con le modifiche del caso, anche ai dipendenti statali. «Mi rendo conto che quello non è un mercato, le regole sono diverse – ha dichiarato Fornero – ma io e il ministro Patroni Griffi non vogliamo difformità». Si tratta di capire come, nella “traduzione” dal privato al pubblico, verranno declinate alcune disposizioni del ddl. A cominciare da quella sui licenziamenti illegittimi che prevede il reintegro del lavoratore solo in caso di motivo «palesemente infondato». Il timore dei sindacati è che qualcosa di simile tocchi anche agli oltre 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici italiani: «Speriamo che il ministro non si riferisse a questa possibilità, non lo permetteremo» ha ribattuto Michele Gentile, responsabile Settori pubblici della Cgil. E ricordato che per gli statali la disciplina dei licenziamenti c´è già, fissata dai contratti di lavoro. Quindi l´attacco a Fornero: «In questa fase di gravissima crisi non ha chiaro il suo ruolo: è ministro del Lavoro, non certo dei licenziamenti». Sulla stessa linea Raffaele Bonanni, che ha parlato di «furore ideologico».
Un muro contro muro, ancor prima di entrare nel merito. Dopo le parole di Fornero, per il governo la discussione inizia nel peggiore dei modi e la reazione di Patroni Griffi, affidata ad una nota di poche righe, testimonia irritazione: «Il tema era già previsto dalla legge delega – sottolinea – ritengo sia opportuno approfondire alcuni aspetti tecnici in consiglio dei ministri». In settimana, forse già oggi, come ha anticipato il ministro della Salute Renato Balduzzi.
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