Fornero: gli statali siano licenziabili

LA CRISI RIFORMA DEL LAVOROIl ministro del Welfare: evitare le disparità con il privato.Ma Patroni Griff i replica: deciderà il Cdm Dure le reazioni dei sindacati Bonanni (Cisl): «È solo furore ideologico»

Marcello Serra 25 Maggio 2012
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È duello tra il ministro del Lavoro Elsa Fornero e quello della Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi.
Anche nel pubblico impiego si dovrebbe poter licenziare, è l’auspicio di Fornero, che fa capire di non apprezzare molto la delega sul lavoro pubblico preparata dal collega dopo un’intesa con i sindacati.
Il tema è già trattato nella delega, replica Patroni Griffi, che chiede una sorta di «giudizio divino» in Consiglio dei ministri.
Le ostilità le ha aperte proprio il titolare del Lavoro, nel corso dell’incontro con gli studenti di Economia a Torino.
«Quello dei dipendenti pubblici non è un mercato, perché le regole sono diverse – ha detto Fornero -, ma auspico che qualcosa di simile a quello che abbiamo fatto per i dipendenti privati, relativamente alla possibilità di licenziare, sia inserito nella delega legislativa anche per i dipendenti pubblici».
Patroni Griffi, ha ammesso il ministro, «ha questa delega, siamo in contatto, stiamo lavorando insieme».
Tuttavia il testo, alla voce licenziamenti, non è gradito: «Non vogliamo ci siano difformità di trattamento con il privato – è la conclusione del ministro del Lavoro -, non è possibile che diciamo certe cose sul settore privato e poi non le applichiamo al pubblico».
Tra l’altro per Fornero le nuove regole sui licenziamenti nel pubblico si accompagnerebbero al drastico taglio delle risorse disponibili per la pubblica amministrazione: «La spending review sarà tostissima – ha assicurato -, ci sarà un taglio fortissimo sulla spesa pubblica improduttiva e sugli sprechi».
Secca la replica del ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi.
Una nota tanto «asciutta» quanto aspra e irritata.
«Il tema dei licenziamenti degli statali – scrive il ministro – è già previsto nel testo predisposto per la legge delega.
A questo punto ritengo sia opportuno approfondire alcuni aspetti tecnici in Consiglio dei ministri».
C’è da giurare che in Consiglio non sarà una passeggiata: se prevarrà la linea Fornero, Patroni Griffi si troverà totalmente delegittimato.
Dopo aver firmato un’intesa con i sindacati di categoria del pubblico impiego che di licenziamenti (poi convertita nel testo della legge delega) non ne parla, esclusi quelli disciplinari.
Se vincesse Patroni Griffi, la posizione di Fornero ovviamente risulterebbe molto indebolita.
Toccherà a Mario Monti trovare la non semplice quadra.
Intanto, le parole di Fornero hanno fatto infuriare l’opposizione politica e tutti i sindacati.
Mettendo nello stesso tempo in grave imbarazzo i partiti di maggioranza, che sulle regole del lavoro hanno trovato una difficile quadra su un testo sul quale la prossima settimana il governo metterà la fiducia al Senato.
«Non si capisce proprio questo furore ideologico del ministro del Lavoro sul tema della licenziabilità dei pubblici dipendenti afferma il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni -.
Le norme contrattuali che regolano i licenziamenti nel settore pubblico sono molto rigide e dettagliate e non abbiamo bisogno di interpretazioni “personali” per quanto autorevoli».
Per Michele Gentile, responsabile settori pubblici della Cgil nazionale, «un auspicio del genere, espresso perlopiù in una fase di gravissima crisi economica, è il segno di come il ministro non abbia chiaro il titolo del suo ministero: è a capo del dicastero del lavoro e non certo dei licenziamenti».
«È singolare – dice il Pd Cesare Damiano – che il ministro Fornero si occupi anche di dipendenti pubblici e assuma come argomento prioritario quello di rendere più facile il loro licenziamento proprio nella peggiore fase di crisi economica e di disoccupazione che il Paese attraversa dal dopoguerra».

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