Governo: in legge di Stabilità 300 mlioni per rinnovo contratti P.A. Cgil: “Inaccettabile”

La Uil: “Cifra irrealistica: si tratterebbe di 10 euro lordi al mese, neanche una pizza”

Marcello Serra 9 Ottobre 2015
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Arriverebbero a circa 300 milioni di euro, secondo quanto si apprende da fonti vicine al dossier, le risorse che il Governo sarebbe orientato a stanziare con la legge di Stabilità per il rinnovo del contratto nel pubblico impiego per il 2016. La cifra risentirebbe del tasso d’inflazione, che viaggia su livelli ancora molto bassi. Si tratta dei fondi per il 2016, ma il rinnovo è triennale. Le risorse saranno distribuite in base al nuovo accordo, che dovrebbe scaturire dalla trattativa tra Aran, l’Agenzia che rappresenta l’esecutivo nelle negoziazioni, e i sindacati. Il confronto tra le parti si aprirà già martedì prossimo, quando si riuniranno per trovare un’intesa su una questione considerata preliminare: la riduzione dei comparti in cui si divide il pubblico impiego a non più di quattro, in applicazione della riforma Brunetta. L’apertura della contrattazione era d’altra parte attesa sin da luglio, quando la Corte Costituzionale giudicò illegittimo prorogare ancora il blocco, scattato dal 2010.

Una cifra che la Cgil fa subito sapere di ritenere “inaccettabile” perché l’effetto sulle buste paga dei 3,2 milioni di dipendenti sarebbe di “8-10 euro lordi al mese”, fa sapere Michele Gentile, responsabile settore pubblico della Cgil, ricordando che in sei anni di blocco si sono persi circa 300 euro a testa al mese. “La legge di Stabilità – prosegue Gentile – sarà varata tra pochi giorni. Aspettiamo di vedere il testo e poi valuteremo come rispondere” perché se fossero effettivamente 300 milioni quelli destinati al rinnovo contrattuale “ci sarebbero necessariamente delle iniziative da assumere”.

Molto critica anche la Uil. “Se confermati” i 300 milioni destinati con la legge di Stabilità al rinnovo dei contratti del pubblico impiego, “ci troveremmo di fronte a una cifra irrealistica” con la quale sarebbe “impossibile sottoscrivere un qualsiasi contratto degno di questo nome” ritiene Antonio Foccillo, segretario confederale Uil: “Si tratterebbe di meno di 10 euro lordi, neanche una pizza”.

Si prospetta dunque un nuovo, duro confronto tra parti sociali ed esecutivo, pochi giorni dopo l’annunciata riscrittura delle regole della contrattazione proprio dopo l’approvazione della legge di Stabilità. Regole che, quasi certamente, saranno riviste dal solo governo, senza sindacati e Confindustria. Il modello contrattuale è sempre stato concordato tra le parti sociali sulla base dei rapporti di forza, delle reciproche convenienze ma anche degli obiettivi condivisi. Anche la inedita prospettiva di un quadro normativo definito senza il suo contributo è inaccettabile

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