Queste le parole di Salvatore Chiaramonte, Andrea Nardella ed Enrico Matteo Ponti, Segretari Nazionali, rispettivamente di FP Cgil, Cisl FP e UIL PA, i quale aggiungono: “Nonostante la riduzione del numero dei componenti del Collegio dei Sindaci dell’INPS a tre unità, imposta dalla norma, l’Organo di controllo risulta tuttora composto di ben 9 unità, tutti dirigenti generali di provenienza ministeriale, con un costo annuo complessivo di quasi 2.500.000 euro anziché di “soli” 750.000, cui si aggiungono altre ingenti somme per le auto di servizio, gli autisti, i corsi di lingua singoli per il presidente del Collegio, fino ad arrivare al buono pasto di 7 euro, percepito a prescindere dall’orario ed alle regole stabilite per gli altri dipendenti!”
“Il paradosso”, proseguono i tre sindacalisti “è che le 6 persone che hanno occupato le 6 posizioni aggiuntive nel Collegio dei Sindaci hanno lasciato liberi altrettanti posti di dirigente generale nei vari ministeri, posti immediatamente occupati con nomine di diretta competenza del Consiglio dei Ministri, con un ulteriore aggravio di spesa di circa 2 milioni di euro l’anno. Tutto questo in barba al rigore del Professor Monti e alla sua “spending review”!”
“Ma non è tutto: ci sono sedi di proprietà dell’Ente semivuote mentre il personale è concentrato in palazzi per i quali si pagano fitti enormi. Il palazzo di Viale Beethoven a Roma costa, sempre ai lavoratori, ai pensionati e alle imprese, la bella cifra di 10 milioni di euro l’anno di affitto! Cifra che sarebbe possibile risparmiare totalmente solo spostando gli uffici presso la semivuota sede di Via Ballarin, a pochi minuti di distanza, di proprietà dell’INPS. La stessa cosa succede a Napoli: due sedi vicine, una in affitto alla bella cifra di 800 mila euro l’anno, una di proprietà semi vuota. “Erano queste le economie che il Senatore Monti e il Ministro Grilli e la Ministra Fornero avevano ipotizzato? Domanda legittima sulle quali abbiamo il diritto di avere una risposta!”
“Finora qualcuno ha pensato di porre in essere le procedure per tagliare questi sprechi?, concludono Chiaramonte, Nardella e Ponti. “Assolutamente no, tuttavia si è pensato bene di proporre un taglio di 96 milioni di euro del salario del personale dell’INPS. La situazione è resa ulteriormente negativa dal sostanziale rifiuto dei vertici dell’INPS di avviare un confronto, reale e concreto sui processi di riorganizzazione i cui effetti ricadono pesantemente tanto sull’utenza tanto sui lavoratori.
È evidente che se si dovesse prendere in considerazione tale proposta mobiliteremo il personale e fermeremo l’INPS. “
FP CGIL CISL FP UIL PA
Salvatore Chiaramonte Andrea Nardella Enrico Matteo Pont
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