di R. Squeglia (ilpersonale.go-vip.net 12/2/2016)
Una recente ordinanza della sezione lavoro del Tribunale di Milano (del 13 gennaio 2016) prende posizione sul tema, sempre attuale, della tempestività della contestazione di addebito nel procedimento disciplinare.
La fattispecie condotta all’esame della sezione lavoro del tribunale meneghino, concerne in particolare il rapporto tra la tempestività della contestazione e la sottoposizione dell’incolpato a procedimento penale e la possibilità, per il datore di lavoro, di differire l’esercizio delle proprie prerogative disciplinari all’esito del procedimento penale.
La complessa vicenda ha visto un dipendente di una società di telefonia sottoposto una prima volta a procedimento disciplinare, per aver indebitamente riconosciuto indebiti rimborsi a taluni soggetti. Annullato tale provvedimento per la ritenuta non imputabilità soggettiva delle condotte ascritte, il medesimo dipendente veniva nuovamente sottoposto a procedimento disciplinare, per aver ricevuto, da parte di soggetti esterni alla società, importi a titolo di compensi per l’attività illecita svolta.
Nella seconda contestazione disciplinare, veniva fatto riferimento espresso alla intervenuta condanna dell’incolpato, confermata in sede di appello, per il delitto di appropriazione indebita.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento