Recentemente i giudici della Suprema Corte hanno affrontato la problematica relativa ad un caso di licenziamento di un dipendente in malattia per non essere stato lo stesso presente alla visita fiscale di controllo in concomitanza con altre quattro recidive disciplinari. In questo caso sia il Tribunale di prime cure che la Corte di Appello avevano avuto modo di confermare la sanzione espulsiva, giudicandola congrua in considerazione: a) dell’assenza ingiustificata alla visita di controllo effettuata presso il domicilio del dipendente; b) della mancata presentazione alla visita ambulatoriale il giorno successivo; c) in presenza di plurime recidive disciplinari. La Corte di merito ha ritenuto che la condotta del lavoratore, unitamente alle altre quattro violazioni disciplinari da lui commesse in precedenza – le quali avevano creato disturbo nell’ambiente lavorativo ed avevano altresì denotato una scarsa affidabilità e superficialità del dipendente nello svolgimento dell’attività lavorativa – giustificavano la sanzione espulsiva. La Corte di Cassazione, Sez. Lav., con la sentenza 10 marzo 2016, n.4695, ha invece giudicato eccessiva la sanzione espulsiva, ancorché in presenza di procedimenti disciplinari recidivi, secondo le motivazioni qui di seguito sviluppate.
LE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI SUPREMI
Rimarcano, in via preliminare, i giudici di Palazzo Cavour come la Corte di Appello abbia rilevato che il comportamento inadempiente del lavoratore da solo non era tale da giustificare la sanzione del licenziamento, ancorché con preavviso, ma che a tale conclusione doveva invece pervenirsi sulla base della recidiva, pure contestata, avente ad oggetto quattro (delle sei originarie) precedenti contestazioni. In particolare, la prima riguardava il comportamento irrispettoso tenuto nei confronti dei colleghi di lavoro; la seconda l’utilizzo del telefono durante l’orario di lavoro; la terza la tardiva consegna della certificazione medica riguardante un giorno di assenza; la quarta una condotta non consona al luogo di lavoro.
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